6 aprile 2009 – 6 aprile 2020. Rocca: L’Aquila ci insegna la “forza di sentirsi uno”

“L’Aquila abbraccia l’Italia” è il messaggio che arriva dagli aquilani in questa dolorosa ricorrenza. È il messaggio di chi, pur avendo conosciuto il dolore, sa che solo la condivisione ne è la migliore cura. È il messaggio di quelle donne e uomini che abbiamo conosciuto da vicino, testandone insieme la resilienza e la voglia di risorgere. E, ancora, è il messaggio di coloro che non si sono arresi, che non si sono dati per vinti, che hanno saputo ricominciare. Oggi più che mai tutta Italia, così smarrita e dolorante, ha bisogno del loro abbraccio per capire che solo insieme e tutti uniti si tornerà più forti di prima.

Volontari CRI con i tablet nei reparti Covid per “la videochiamata del cuore”

“Mario ha 79 anni ed è ricoverato da 29 giorni con CPAP” – un casco per l’ossigeno che lo isola dal mondo esterno ma in questo momento gli consente di respirare. “Non può parlare, ma è sveglio, cosciente e si vede che ha voglia di lottare”, racconta Alessandra Tolotti del Comitato Croce Rossa di Bergamo Hinterland. “Quando gli chiediamo se vuole effettuare una videochiamata con la propria famiglia sgrana gli occhi e il suo è uno sguardo di gioia”. 

Soccorritori trattati come untori. Rocca: un’assurdità che deve finire

Sono troppe le notizie che giungono da alcune parti d’Italia e che ci narrano di esecrabili intimidazioni ai danni dei soccorritori di ritorno dalle ‘zone rosse’, trattati come ‘untori’ e minacciati dai datori di lavoro di licenziamento o dai vicini di casa di ritorsioni. Questo stigma è intollerabile, assurdo e a dir poco autolesionista, visto che perpetrato ai danni di chi si prende cura di tutto il Paese senza sosta e con una tenacia incredibile.

Francesco Rocca: l’onore di poter dire grazie alla “prima linea” della Croce Rossa

“Siamo nati per affrontare tutte quelle situazioni che sembrano sopraffare l’essere umano. Chi entra in Croce Rossa sin dall’inizio fa questa scelta. Eppure, quello che sta accadendo nel mondo ha messo a dura prova anche noi, consapevoli di trovarci in uno scenario imprevedibile e ingestibile: il virus è un nemico invisibile, capace di sopraffare anche la più salda delle volontà. In Lombardia si è pagato il prezzo più alto, i nostri volontari sin dall’inizio hanno rappresentato la prima linea e, se fosse ceduta quella, non avrebbe resistito il sistema Croce Rossa nel resto del Paese: questo era il mio più grande timore. 

Coronavirus: Croce Rossa riceve oltre 3mila fiale di Tocilizumab e le dona ad Aifa per tutta Italia

La Croce Rossa Italiana ha ricevuto una importante donazione dalla Croce Rossa Cinese: 3045 fiale di Tocilizumab, il farmaco che rappresenta al momento una delle vie più accreditate per fermare l’infezione polmonare da COVID-19, come è stato dimostrato su alcuni pazienti. La CRI, a sua volta, le ha poi donate ad Aifa, su accordo tra l’Agenzia italiana del farmaco e la Regione Lombardia.

“I nostri colleghi hanno bisogno di non sentirsi soli”. Il racconto del medico ufficiale della CRI dalla trincea di Bergamo

Oltre 60 operatori sanitari hanno già risposto all’appello della Croce Rossa per portare un aiuto concreto nelle zone più colpite del Paese. “A parte il tempo strettamente necessario per mangiare e dormire, sono sempre in corsia”. Il dottor Cosimo Prete, ufficiale medico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, è uno dei tanti operatori sanitari che hanno risposto all’appello della CRI per portare un aiuto concreto nelle zone più colpite del Paese.

La CRI non si ferma: consegnate oggi 4 Jeep da destinare alle regioni del sisma centro Italia

Anche durante questa emergenza sanitaria, le attività della Croce Rossa Italiana legate ai territori del sisma Centro Italia, in assistenza alla popolazione e ai Comitati CRI dell’area, proseguono regolarmente. Seppur con qualche riadattamento dovuto alle norme di sicurezza contro il Coronavirus, i programmi e i progetti avviati sono tutt’ora in corso. In particolare, prosegue l’assistenza alla popolazione con Leggi tutto…