“Quando ho letto l’appello della Croce Rossa non ci ho pensato due volte. Ho fatto le valigie per Bergamo”. Valentina Rubbuano, 26 anni infermiera di Trento, è una dei tanti volontari CRI che ha raggiunto le zone più colpite per dare il suo contributo nelle corsie degli ospedali accanto ai malati Covid.
Infermiera in una clinica privata, si è ritrovata a casa in un periodo di ferie forzate. Così ha deciso di “rendersi utile” e partire per il cuore dell’emergenza con il primo gruppo di volontari. “Non mi considero una persona coraggiosa, mi sembrava semplicemente la cosa più giusta e naturale da fare. Ho pensato ai medici, infermieri, al personale sanitario e soprattutto ai pazienti che stanno combattendo”.
In ‘trincea’ Valentina ha visto la malattia ma anche la vita e l’Umanità: “Ho incontrato volontari da tutte le parti di Italia, ho visto colleghi lavorare instancabilmente sempre con il sorriso e con uno spirito di sacrificio veramente enorme. Ho capito veramente il significato dell’amore in un contesto di sofferenza estrema”.
Il lavoro nel reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII è faticoso e incessante. Ma nonostante i turni estenuanti, il contatto con la morte, la sofferenza e l’isolamento dei pazienti, ci sono dei momenti che resteranno nella memoria come momenti di Umanità. “Ti ricorderò per sempre’. Le parole di un paziente che stava lasciando l’ospedale per tornare a casa mi resteranno nella mente, come il suo sorriso pieno di gratitudine”.
Questi piccoli gesti sono la forza per andare avanti e continuare instancabilmente ad assistere le persone vulnerabili. “Non mi sento un eroe, sto facendo semplicemente la cosa più giusta e naturale: aiutare chi in questo momento ha bisogno”. 

 
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