Croce Rossa Italiana e MOAS raddoppiano il loro ponte umanitario nel Mar Mediterraneo. Insieme per salvare più vite umane
Croce Rossa Italiana (CRI) e Migrant Aid Station Offshore (MOAS) rafforzano la loro missione congiunta per salvare più vite umane possibili sulla rotta migratoria più pericolosa del mondo, il Mar Mediterraneo. Con il sostegno della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR), la CRI ha deciso di raddoppiare il proprio impegno, grazie alla partnership con MOAS, salendo a bordo di entrambe le navi Phoenix e Responder. Oltre al team già esistente di medici e infermieri a bordo della prima, che negli ultimi due mesi ha svolto attività di post-rescue, una seconda squadra medico-sanitaria della Croce Rossa Italiana si unirà all’equipaggio MOAS a bordo della Responder, dove potrà offrire primo soccorso, assistenza medica e provvedere alla distribuzione di cibo, vestiti e coperte alle migliaia di persone che verranno salvate.”Uomini, donne e bambini rischiano la vita ogni giorno nel tentativo di raggiungere l’Europa in cerca di un futuro più sicuro”, ha detto il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca. “Il nostro servizio di soccorso congiunto risparmierà tante vite, ma siamo pienamente consapevoli che questa non è una soluzione alla crisi migratoria in atto. I governi – ha aggiunto il Presidente Rocca – hanno il dovere di lavorare per affrontare le cause profonde che stanno costringendo le persone a lasciare le proprie case, e nello stesso tempo devono garantire vie legali e sicure”. Oltre 10.500 persone sono state soccorse dagli equipaggi a bordo di Phoenix e Responder nei due mesi precedenti, da quando MOAS ha lanciato la sua missione 2016 nel Mar Mediterraneo il 6 giugno scorso.
“MOAS è entusiasta di questo nuovo capitolo nella sua storia. In soli due anni l’organizzazione ha perscorso una lunga strada: nata come la prima ONG a fare search and rescue nel Mediterraneo, oggi siamo arrivati a collaboare con un’organizzazione come la Croce Rossa Italiana, che fa parte di un Movimento globale”, ha detto il Direttore di MOAS Peter Sweetnam.Dall’inizio dell’anno 3100 persone hanno perso la vita mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nonostante il numero degli arrivi sulle coste italiane rimane più o meno invariato rispetto al 2015, è cresciuto invece il numero dei morti che, a luglio, supera il totale dell’anno scorso. “I nostri equipaggi MOAS lavorano senza sosta da due anni per attenuare le conseguenze disastrose di un movimento di massa di persone in fuga da povertà, conflitti e violenza”, ha detto il fondatore di MOAS Christopher Catrambone.”L’operazione di search and rescue è di vitale importanza al fine di alleviare la catastrofe umanitaria che sta andando avanti da troppo tempo. Tuttavia, è evidente che questa non è la soluzione a un fenomeno globale, che richiede urgentemente una risposta umanitaria internazionale. La nostra partnership con la Croce Rossa è un passo significativo che va proprio in quella direzione”, ha detto Catrambone.L’Italia è attualmente il punto di accesso principale per i migranti diretti verso l’Europa, con più di 94.000 arrivi dall’inizio dell’anno. La maggior parte dei morti in mare si sono verificati sulla rotta del Mediterraneo centrale che va dalla Libia verso l’Italia, dove la CRI e MOAS effettueranno la loro missione di search and rescue.