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mezzi e strutture

Al fine di svolgere al meglio la propria missione umanitaria, il Corpo Militare Volontario CRI è stato da sempre dotato di mezzi e strutture d’avanguardia in ogni epoca. Il filo conduttore di oltre un secolo e mezzo di storia degli uomini in uniforme di Croce Rossa, è rappresentato appunto dal soccorso e dall’assistenza, svolti con imparzialità e umanità, costante della missione del Corpo e obiettivo del servizio attuato in tempi e luoghi diversi.

Dopo la battaglia di Solferino del 1859, nella quale furono impiegati carri agricoli per il trasporto dei feriti, si cominciò seriamente a pensare alla realizzazione di carri attrezzati per il soccorso. Con la rinascita delle ‘Squadriglie di Soccorso’, durante la terza guerra di indipendenza (1866), sono state ideate e costruite ambulanze monoposto leggere, per poter essere agevolmente trasportate verso il luogo della battaglia, superando eventuali ostacoli del terreno. Fu l’inizio di un progresso tecnologico che ha portato alle attuali ambulanze militari e civili, impiegabili in ogni contesto operativo.

L’esigenza delle navi ospedale nasce verso la metà dell’800, durante la guerra di Crimea. Nella guerra di Libia (1911-1912) le navi ospedale hanno garantito lo sgombero e il trasferimento dei malati e feriti dalla Libia all’Italia in una spola ininterrotta, durata circa cinque mesi. Durante la campagna dell’Africa Orientale (1940-1941) furono mobilitate quattro formazioni sanitarie, imbarcate poi su quattro navi destinate al rimpatrio dei connazionali: Vulcania, Saturnia, Giulio Cesare e Duilio. Ogni nave venne attrezzata con un impianto ospedaliero completo di reparti specialistici.

Il primo sgombero di massa di feriti con mezzo di trasporto ferroviario avvenne a seguito della battaglia di Solferino, nel 1859, utilizzando l’asse ferroviario da poco realizzato che collegava Milano e Venezia. Verso Bergamo e Brescia furono trasferiti migliaia di feriti. Nacquero poi i primi treni ambulanze e i treni ospedale, composti da diverse carrozze, opportunamente allestite per il trasporto su lunghe distanze e per il trattamento chirurgico d’urgenza. La Croce Rossa Italiana acquisì i primi treni ospedale nel 1908 vennero utilizzati su vari fronti.

Dalle prime infermerie campali dislocate in prima linea, il Corpo Militare della CRI ha sviluppato nel tempo formazioni campali con attrezzature e mezzi sempre più moderni ed adeguati alle funzioni di raccolta e prime cure dei feriti nelle zone più avanzate di conflitto. Dalle ambulanze attendate ai più moderni posti medici avanzati, impiegabili per esigenze militari o civili in tempi rapidi. La versione più recente di tali postazioni, denominata ‘Nucleo Sanitario’, è basata sul concetto di flessibilità e di modularità di impiego. La struttura base è implementabile in funzione delle esigenze.

I posti medici avanzati sono strutturati per portare i soccorsi in prossimità dell’area di conflitto o di un incidente maggiore. Per raggiungere le aree sterrate ed accelerare i tempi di montaggio, i materiali di attendamento, le dotazioni logistiche e sanitarie sono opportunamente collocati in contenitori robusti e trasportati con automezzi tattici di tipo militare. L’elevata preparazione dei medici, degli infermieri e dei logisti assegnati all’unità, assicura l’allestimento in tempi rapidissimi e l’operatività della struttura nelle condizioni più difficili e pericolose.

Gli ospedali da campo sono strutture realizzate con attendamenti o con moduli abitativi di vario tipo. A seconda della complessità organizzativa e delle dotazioni in possesso, gli ospedali da campo possono essere classificati in vari livelli di operatività. Le dimensioni di un ospedale da campo variano in funzione del tipo di struttura e delle componenti logistiche di supporto impiegate. L’allestimento richiede diversi giorni e personale qualificato. Quando si prevede l’impiego per medio e lungo termine, con strutture in containers, le fasi di montaggio divengono più complesse.

Il Corpo Militare dispone di diversi tipi di sale operative campali di supporto di supporto alle formazioni sanitarie campali o per la gestione di servizi di ambulanze. Il contatto radio con le ambulanze e la determinazione della loro posizione nell’area di controllo sono fondamentali per la sicurezza degli operatori e per la gestione dei feriti trasportati. Lo sviluppo tecnologico ha consentito di poter utilizzare diversi sistemi di comunicazione e di rilevamento. Apparati satellitari, radio VHF e HF di tipo militare sono solo alcune delle dotazioni delle sale operative campali.

Quando un’ambulanza viene fatta convergere in un punto di un’area ostile, l’equipaggio pone in essere tutte le possibili azioni e procedure che consentono l’avvicinamento al ferito. Nel 1866 gli uomini del Corpo Militare Volontario C.R.I. operano ininterrottamente, con immutato slancio altruistico e alto senso del dovere, nei compiti di assistenza sanitaria alle Forze Armate in tempo di pace, guerra e grave crisi internazionale nonché di protezione civile in missioni umanitarie per aiuto alle popolazioni colpite da calamità, in territorio italiano e, in molti casi, anche all’estero.

In un incidente con elevato numero di feriti la prima risposta sanitaria è quasi sempre insufficiente ad affrontare la situazione. In questi casi la catena dei soccorsi prevede che le fasi di recupero, di trattamento e di trasporto vengano effettuate in funzione delle priorità determinate dallo stato di gravità di ciascun ferito. Con il ‘triage’ i feriti vengono selezionati rapidamente sul campo, o presso un posto medico, attribuendo un codice per le priorità da adottare nelle fasi successive. Ciò consente di salvare il maggior numero di vittime nel minor tempo possibile.

Nell’ambito della difesa NBCR, i Nuclei di Decontaminazione e Bonifica (NDB) hanno il compito prioritario di supportare le formazioni sanitarie in caso di attivazione per emergenze scaturite da aggressioni di tipo non convenzionale. L’insieme delle dotazioni consente agli operatori della formazione sanitaria, situata in zona sicura, di poter ricevere le vittime trasportate fuori dalle zone contaminate e trattate con agenti appropriati prima di sottoporli alle cure mediche necessarie. Al tempo stesso, il NDB consente di poter bonificare gli automezzi e le attrezzature contaminate.

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