Sin dal 2016, la Croce Rossa Italiana sostiene la consorella Kirghiza nell’implementazione del progetto “Costruire la resilienza delle comunità attraverso l’empowerment delle donne”. Il progetto, in linea con la priorità strategica in tema di sviluppo sociale della Mezzaluna Rossa Kirghiza, risponde ai bisogni di una fetta di popolazione particolarmente vulnerabile e generalmente relegata ai margini della società Kirghisa: madri single, vedove, donne e ragazze rifugiate o migranti. L’obiettivo principale del progetto è supportare tali categorie di donne e ragazze vulnerabili in diverse comunità del Kirghizistan, garantendo loro l’accesso a corsi di cucito professionale, delle conoscenze di base in tema di bilancio familiare e di imprenditoria, e una formazione su stili di vita sani, prevenzione delle malattie trasmissibili e non, primo soccorso e prevenzione della violenza di genere. Il progetto, che nella sua fase iniziale veniva implementato in due province, grazie anche al costante supporto della Croce Rossa Italiana è cresciuto fino ad espandersi ad otto: Bishkek, Osh, Naryn, Batken, Jalal-Abad, Karakol, Talas e Tokmok.
A Bishkek, le lezioni di cucito si tengono in una sala dedicata, situata all’interno della sede principale della Mezzaluna Rossa Kirghiza. Qui, l’insegnante Aigul insegna con passione a cucire borse, pantaloni e gonne.
“Le studentesse provengono dai background più diversi, ma qui tutti terminano il corso e imparano a cucire. Ogni giorno le mie studentesse fanno un passo avanti, imparano un punto nuovo, o una nuova tecnica di cucito, finché non sono in grado di realizzare pantaloni, gonne e borse. Gli abiti da loro creati vengono poi consegnati a persone vulnerabili che approcciano la Mezzaluna Rossa in occasione delle distribuzioni di vestiti che avvengono una volta alla settimana. Le borse, invece, vengono vendute a colleghi, conoscenti delle studentesse e volontari della Mezzaluna Rossa e con il ricavato riusciamo a sostenere altre attività in ambito sociale della nostra società nazionale.”
Il settore della sartoria è molto sviluppato in Kirghizistan e, a fronte del fatto che i corsi erogati dalla consorella kirghisa sono oramai conosciuti nel settore, diverse compagnie appartenenti al settore manufatturiero contattano direttamente la Mezzaluna Rossa per offrire un lavoro alle studentesse a conclusione del corso di cucito e primo soccorso.
Aigul tiene a sottolineare “l’importanza del fatto che i corsi vengano erogati a titolo completamente gratuito alle studentesse, poiché nessuna di loro potrebbe permettersi di pagare una retta. Ogni giorno ricevo feedback positivi, abbiamo stabilito un gruppo WhatsApp in cui anche dopo la fine del corso continuiamo a sentirci. Spesso le ragazze si consigliano a vicenda su quale macchina da cucire comprare, dove acquistare tessuti, fili da cucito, cerniere e bottoni.” Grazie a questo gruppo virtuale, la Mezzaluna Rossa è in grado di ricevere un feedback continuo da parte delle donne coinvolte nel progetto, che si estende ben oltre la durata stessa dei corsi. Ogni ragazza e donna attiva sul gruppo Whatsapp, in questo modo diventa ancor di più protagonista del progetto, avendo la possibilità di esprimere consigli e suggerimenti che a loro volta nutrono la pianificazione futura dell’intero programma a livello nazionale.
A conclusione del corso di cucito, le studentesse partecipano anche al corso di primo soccorso e ricevono un certificato. Una studentessa che ha completato il corso due settimane fa, ad esempio, ha già messo in pratica le manovre di primo soccorso apprese, in quanto è stata in grado di assistere una persona priva di coscienza, chiamando prontamente i soccorsi e ed eseguendo le manovre adeguate alla situazione.”
Aigul insegna cucito da diversi anni all’interno di questo progetto, ed è ogni giorno a contatto diretto con il difficile passato o la complessa situazione familiare attuale della maggior parte delle sue alunne.
Damira ha 48 anni e si è avvicinata alla Mezzaluna Rossa Kirghisa grazie ai consigli di una sua vicina di casa, che le ha suggerito di seguire il corso di cucito. Prima di iniziare questo corso, Damira era alla ricerca di un lavoro ma non riusciva a trovarlo a causa dei limiti di età imposti dalla maggior parte dei datori di lavoro. Aveva così deciso di emigrare in Turchia, dove per quattro anni ha lavorato come badante: si prendeva cura di persone anziane, cucinava e svolgeva le faccende domestiche. Dopo quattro anni ha deciso di tornare in Kirghizistan per stare vicina ai suoi tre figli.
In seguito al suo rientro, Damira si è separata e si è subito messa alla ricerca di un nuovo lavoro: “Questo corso mi dà la possibilità di lavorare perché in Kyrgyzstan il settore sartoriale è molto sviluppato e a nessuno importa della mia età o del mio livello di inglese. Vorrei che anche mio figlio di 19 anni venisse qui e imparasse a cucire, perché gli piace molto studiare ma non mi posso permettere di mandarlo all’università. Se, invece, imparerà a cucire penso che riuscirà a guadagnare, risparmierà e tornerà a studiare.”
Rahima, invece, ha 17 anni e proviene da una famiglia numerosa. Suo papà lavora al bazar di Osh e vende calzature, mentre sua mamma è casalinga. Rahima è la secondogenita di cinque figli: il fratello maggiore vive a Mosca, dove lavora come cameriere e cerca di sostenere la famiglia a distanza, inviando, quando può, del denaro.
Rahima ha finito la scuola quest’anno, le piace imparare nuove lingue e cantare. Anche nel caso di Rahima, è stato grazie al passaparola con la sua vicina di casa che si è avvicinata al corso di cucito.
“Non sapevo cucire per nulla prima, non ero in grado di fare nemmeno dei semplici punti di cucito: è stato qui che ho visto una macchina da cucire per la prima volta. Ora sono capace di realizzare dei vestiti, pantaloni e gonne. All’inizio per me è stato molto difficile, ma ora sono più sicura di me: so di essere brava e voglio comprarmi la mia macchina e cucire da casa. Sono felice perché ora posso anche realizzare da sola le borse che voglio ed i vestiti per me e la mia famiglia. La mia famiglia mi ha sostenuta sin dall’inizio nel seguire questo corso, papà ha detto che mi aiuterà a comprare una macchina da cucire. Penso che poi sarò anche in grado di vendere i vestiti al negozio di mio padre. Mi piacerebbe tanto viaggiare perciò cercherò di risparmiare grazie ai guadagni provenienti dalla vendita dei miei vestiti.”
Jazgul è un’altra studentessa che sta seguendo il corso di cucito a Bishkek, ha 37 anni ed è una mamma single di quattro bambini piccoli. Una sua amica e vicina di casa le ha consigliato di seguire il corso di cucito tenuto dalla Mezzaluna Rossa Kirghisa, perché lei lavora grazie all’aver seguito questo corso. Anche la sua amica, Alymkan, ha dei bambini piccoli e lavora da casa in modo da poter guadagnare qualcosa e allo stesso tempo prendersi cura della famiglia. Avere la possibilità di lavorare da casa è perfetto per lei perché non può permettersi di mandare i bambini all’asilo. Anche Jazgul vuole comprare la sua macchina da cucire per continuare a realizzare vestiti dopo la fine del corso: “Pensavo di non esserne capace, ma mi sono impegnata tantissimo e ora ho imparato a realizzare vestiti che potranno service anche ai miei figli. Ho consigliato questo corso ad una mia amica che verrà qui a settembre.”
Sin dall’incipit di questo progetto, la Croce Rossa Italiana lavora assieme alla Mezzaluna Rossa Kirghisa per sviluppare una strategia che permetta la sostenibilità del progetto stesso e che quindi garantisca una ownership ancor più locale del programma. Allo stesso tempo, CRI è impegnata nella ricerca di occasioni di partenariato con altri attori della società civile affinché il proseguimento delle attività sia garantito senza interruzioni. Ad esempio, e proprio come risultato di questi sforzi, la CRI è stata assegnatrice di un finanziamento da parte della Tavola Valdese ad ulteriore supporto delle attività previste dal progetto. Tramite il sostegno finanziario e tecnico della Croce Rossa Italiana, attraverso questo progetto la consorella Kirghisa ogni anno riesce a supportare circa mille donne e ragazze come Damira, Jazgul e Rahima, con l’accesso a corsi di cucito professionalizzanti ed alle attività di formazione in materia di salute, primo soccorso e bilancio familiare. Oltre ai beneficiari diretti del progetto, sono circa 5000 le persone vulnerabili che beneficiano indirettamente delle attività, come, ad esempio, i familiari delle donne e ragazze che partecipano alle attività, così come le loro comunità di appartenenza.
Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese