Tra i tanti pregiudizi e discriminazioni che colpiscono la comunità rom – oggi ancora la più numerosa minoranza etnica d’Europa, con una popolazione stimata tra i 10 e i 12 milioni – uno dei meno noti riguarda l’origine stessa della parola “Rom”. Negli anni, questo termine è stato spesso usato in modo improprio per raggruppare in modo semplicistico comunità diverse, come Sinti, Ashkali, Egiziani, Travellers e Camminanti. Eppure, quando l’8 aprile 1971 si tenne a Londra il primo Congresso Internazionale delle popolazioni romanes, la scelta del nome “Rom” (che significa “Uomo”) non fu dettata dal desiderio di omogeneizzare, ma al contrario di valorizzare le diversità e la ricchezza culturale di un popolo millenario. Un popolo che, migrando dall’India all’Europa, ha attraversato territori e nazioni, arricchendo il continente con la sua musica, la sua pittura e la sua letteratura.

Ogni 8 aprile, in occasione dell’anniversario di quel Congresso, si celebra la Giornata Internazionale della popolazione rom e sinti. In questa occasione, la Croce Rossa Italiana (CRI) ribadisce il suo impegno per la piena inclusione sociale della comunità rom. Un impegno che assume un significato ancora più profondo quest’anno, in cui ricorre anche l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Troppo spesso, infatti, si dimentica che quasi 500.000 rom furono vittime dei campi di concentramento e delle persecuzioni nazifasciste. Senza contare le altre forme di oppressione subite nel corso della storia, dalle assimilazioni forzate nei regimi comunisti dell’Est Europa alle conseguenze della guerra negli anni ’90 nell’ex Jugoslavia.
Proprio guardando oltre l’Adriatico, la CRI da vent’anni lavora per l’emancipazione di intere comunità rom in fuga da Bulgaria, Romania, Kosovo e Bosnia ed Erzegovina, costrette a ricostruirsi una vita lontano da casa, in Italia, in Europa occidentale o in paesi limitrofi come il Montenegro.
L’impegno della CRI nei Balcani ha avuto inizio proprio da questo piccolo Paese, grazie a una stretta collaborazione con la Croce Rossa del Montenegro. Dopo il conflitto jugoslavo, la Croce Rossa montenegrina si trovò ad affrontare la più grande crisi di rifugiati della sua storia, gestendo nei primi anni 2000 il più grande campo rom della regione: il campo di Konik, alla periferia di Podgorica, nato dall’arrivo di migliaia di rom ed egiziani in fuga dal Kosovo.
Da allora, la CRI ha portato avanti numerose iniziative a sostegno delle comunità rom ed egiziane di Konik, favorendo l’inserimento scolastico, garantendo cure mediche e promuovendo l’accesso al lavoro. Tra i progetti più significativi c’è il “Roma Business Incubator”, che offre ai membri della comunità rom gli strumenti per avviare un’attività in autonomia.
Quello della CRI è un approccio intersettoriale, ma soprattutto centrato sull’emancipazione e l’autodeterminazione dei rom. Per questo, l’impegno si è ampliato anche al di fuori della capitale, raggiungendo aree remote come Niksic, Cettigne e Rozaje.

A Niksic, nel nord del Montenegro, il progetto “Stand Up for Your Rights!” promuove la partecipazione civica e giovanile attraverso attività di tutela delle minoranze rom ed egizie, finanziate dalla Provincia Autonoma di Bolzano e realizzate dai comitati CRI di Bolzano e Niksic. Nel 2025, sono state organizzate iniziative culturali e socio-sanitarie per sostenere i gruppi più vulnerabili.
A Rozaje e Cettigne, invece, si lavora con i giovani e le fasce più svantaggiate, seguendo le orme del “Roma Business Incubator” di Podgorica. L’obiettivo è garantire a tutti i bambini rom l’accesso all’istruzione, con servizi di trasporto e doposcuola, senza dimenticare campagne di sensibilizzazione sulla salute pubblica e sui servizi socio-sanitari.
Oggi, in questa giornata simbolica, potremmo raccontare molte altre storie. Storie di chi ancora soffre a causa di pregiudizi e discriminazioni, ma anche di chi – come la CRI – continua a lottare per l’uguaglianza e l’inclusione. Una lotta che mette sempre al centro i rom, o, per dirla nella loro lingua, l’“Uomo”, cuore di ogni iniziativa.

