La miopia della corsa al vaccino per il COVID-19. Rocca: “Nessuno di noi è al sicuro, finché tutti non siamo al sicuro”

L’appello del Presidente Francesco Rocca sul sito Devex.com

 
 

“È difficile sovrastimare l’enorme impatto della pandemia di coronavirus. Tutti nel mondo ne sono stati profondamente colpiti. Centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita e innumerevoli altre hanno subito conseguenze fisiche e psicologiche debilitanti per tutta la vita.

Il bilancio economico della pandemia è stato altrettanto tragico portando 71 milioni di persone alla povertà estrema, secondo la Banca Mondiale. L’economia globale è stata messa in ginocchio e l’impatto del COVID-19 in termini di posti di lavoro persi e povertà generata molto probabilmente si farà sentire negli anni a venire.

In questo contesto, l’attenzione che viene rivolta alla ricerca e allo sviluppo di vaccini è comprensibile. Così come lo è l’atteggiamento dei governi di mettersi in prima fila e assicurarsi di poter ottenere quante più dosi possibile per i propri cittadini. Dopotutto, la responsabilità di un governo è nei confronti del proprio popolo.

Questo atteggiamento è comprensibile, ma è anche profondamente miope.

La realtà è che per porre fine alla fase acuta della pandemia, il vaccino deve essere disponibile ovunque sia necessario, non solo dove se lo possono permettere.

Se le nazioni ricche insistono su un approccio di “nazionalismo del vaccino”, allora molti altri paesi – forse la maggior parte degli altri paesi – non saranno in grado di accedervi, sia a causa di accordi esclusivi tra paesi ricchi e aziende farmaceutiche che per l’inevitabile ritardo nella produzione di un numero sufficiente di dosi. Ciò significa che le persone nei paesi con i sistemi sanitari più deboli, dove il COVID-19 sta presentando un conto devastante, non saranno vaccinate e la pandemia persisterà.

Tuttavia, l’iniquità intrinseca di questo tipo di approccio non è il solo problema, semplicemente questo approccio non funziona. Con ogni paese che agisce completamente per conto proprio, la tendenza è quella di alzare il prezzo dei vaccini più promettenti e di fare una grande scommessa nella scelta tra i molti possibili candidati.

Anche se hanno la fortuna di scegliere un buon candidato, i paesi che hanno accesso per primi non saranno in grado di vaccinare l’intera popolazione – in particolare gli immunodepressi – e saranno in seguito a rischio di ondate successive della malattia, in quanto infurierà incontrollata in altre parti del mondo.

In uno scenario del genere, molte delle paralizzanti restrizioni economiche e sui viaggi che tutti noi desideriamo disperatamente vedere rimosse, dovrebbero rimanere in vigore. Il commercio globale, il turismo e molte altre industrie continuerebbero a soffrire, con molti paesi che manterrebbero chiusi i propri confini o, comunque, che rimarrebbero poco sicuri da visitare.

La risposta, crediamo, è lavorare insieme. Questo è il motivo per cui la Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sta richiedendo a tutti i governi di sostenere il COVAX Facility, un’iniziativa co-guidata da “Gavi”, la “Vaccine Alliance”, la “Coalition for Epidemic Preparedness Innovations” e l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Lavorare insieme non è solo il nostro imperativo morale, ma ha anche più senso dal punto di vista della salute pubblica.

Questa struttura cerca di aggregare l’acquisto e l’equa distribuzione di un eventuale vaccino per il COVID-19. Mettendo in comune le risorse, diffonderà il portfolio di vaccini possibili a tutti i paesi che si iscrivono e consoliderà i contratti per la produzione e la distribuzione, evitando una guerra di offerte. Essa garantirebbe a tutti i membri la possibilità di acquistare dosi per almeno il 20% della loro popolazione su base paritaria e renderebbe anche più facile per i paesi più ricchi sostenere quelle nazioni che, altrimenti, sarebbero escluse.

Ecco perché il COVAX Facility rappresenta un vantaggio per tutti i paesi, compresi quelli con maggiori risorse. Ciò consentirà loro di risparmiare denaro, aumentare la probabilità di sostenere un vaccino efficace e garantirà che le loro campagne di vaccinazione non siano compromesse da paesi vicini non vaccinati.

Questo appello per un vaccino accessibile va oltre l’equità tra i paesi. Si tratta anche di equità nei paesi. Ci auguriamo che, una volta disponibili, i vaccini vengano somministrati prima a chi ne ha più bisogno. Ciò significa che gli operatori sanitari dovrebbero avere la priorità, così come i gruppi altamente vulnerabili come gli anziani e le persone con problemi di salute cronici e gravi. Ancora una volta: il vaccino deve arrivare dove è necessario, non solo dove ce lo si può permettere.

Mi rendo conto che questo appello al multilateralismo è forse incoerente con la direzione che la politica globale sembra prendere. Ma il messaggio che spero che i governi recepiscano è che lavorare insieme non è solo il nostro imperativo morale, ma ha anche più senso dal punto di vista della salute pubblica.

La realtà è che nessuno di noi è al sicuro, finché tutti noi non siamo al sicuro”.

 
 
 
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