Di Francesca Capoluongo, delegata Giovani CRI-IFRC Sud-est Asiatico

Dal mio punto di osservazione privilegiato, come delegata Giovani per Croce Rossa Italiana e Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in Sud-est Asiatico, rimango affascinata ogni giorno dalla straordinaria capacità dei giovani della regione di affrontare le sfide della loro vita quotidiana e allo stesso tempo sostenere le loro comunità colpite dalla pandemia Covid-19. È sorprendente il coraggio disinteressato che questi giovani soccorritori in prima linea dimostrano nel gestire il delicato equilibrio tra la sicurezza delle proprie famiglie e il servizio alla società.

Ei Ei Thein Myint Linn, una giovane volontaria di 26 anni della Società di Croce Rossa del Myanmar, ha contattato la sede della propria Croce Rossa non appena è stato rilevato il primo caso di Covid-19 nel Paese. Ha immediatamente sentito di dover agire ed essere d’aiuto.

Mi ha raccontato che ogni sera, quando tornava a casa, poteva vedere chiaramente la paura e preoccupazione che offuscavano gli occhi dei suoi genitori. Ha guidato in ogni angolo della provincia per giorni interi, trasportando scatole di mascherine, schermi per il viso, grembiuli, kit per l’igiene personale con sapone per le mani, gel igienizzante e materiale informativo per le comunità. Ogni sera, al rientro, si toglieva le scarpe e si precipitava direttamente in camera sua, per farsi un bagno e lavare tutti i vestiti.

Dallo scoppio della pandemia di Covid-19, migliaia di giovani volontari delle Società di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa in tutta l’Asia Pacifico hanno seguito la stessa chiamata di Ei Ei. Quelli che non possono servire direttamente le loro comunità uscendo di casa, sono diventati volontari digitali, svolgendo una vasta gamma di preziosi lavori, dalla traduzione di materiale informativo in tutte le lingue parlate nel loro paese alla promozione di attività di supporto psico-sociale.

I volontari hanno creato numerosi contributi innovativi, come la registrazione di esercizi di Qi-Gong e video di meditazione per rinforzare la resilienza delle persone in isolamento. È fonte di grande ispirazione supportare questi volontari nei diversi e creativi modi trovati per protegger le proprie comunità dalla pandemia.

Nelle loro azioni quotidiane, questi giovani volontari sono i motori locali degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SGDs). Si tratta di un appello universale all’azione globale per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e promuovere la pace e la prosperità entro il 2030.

Il potere trasformativo del volontariato è al centro di questi obiettivi, così come i volontari delle nuove generazioni che stanno emergendo nell’affrontare la crisi odierna. Non è solo ciò che i volontari fanno che conta, ma il modo in cui lo fanno: la loro dedizione e la loro fiducia nel potere dell’umanità come potente agente di cambiamento.

Proprio come i nostri giovani volontari si stanno impegnando a sostenere le nostre comunità, noi dobbiamo impegnarci per la loro sicurezza e protezione, che dovrebbe includere supporto sia fisico che psicologico/emotivo. Supportare il benessere mentale diviene ancor più essenziale in questi tempi di isolamento e incertezza, soprattutto per i giovani.

Essere giovane spesso significa vivere in costante lotta per ottenere controllo e chiarezza sul proprio presente e futuro. Quando tale controllo viene bruscamente strappato via ed ogni programma diventa incerto, i dubbi e le ansie che possono essere già presenti nel difficile processo di crescita vengono improvvisamente amplificati. Questo è il momento in cui il sostegno tra pari e la connessione sociale diventano ancor più essenziali, e la necessità di uno scopo ancor più pressante.

Diverse attività implementate dai giovani della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nella regione sono focalizzate sul rimanere in contatto con i propri pari e con figure di riferimento, in spazi sicuri dove si possano condividere preoccupazioni e imparare ad identificare le risorse e le aspirazioni che possono guidarci nel superare le avversità.

Uno dei motti adottati dalla nostra rete giovanile nel Sud-est Asiatico durante la pandemia Covid-19 è “Distanziamento fisico e solidarietà sociale”, al fine di sottolineare come entrambi gli elementi siano vitali per mantenere una società sana.

Una società sana è quella in cui i giovani volontari che distribuiscono articoli protettivi sono visti come esempi e non stigmatizzati come potenziali trasmettitori del virus. Una società in cui i social media vengono utilizzati per diffondere informazioni verificate, e non paura e sfiducia. Dove i giovani volontari che si riuniscono nelle comunità online pensano, prima di tutto, ai loro coetanei che non hanno accesso alla tecnologia e risultano quindi ancora di più esclusi.

Una società in cui tutti gli studenti che sono rimasti a casa per molto tempo torneranno a scuola alla riapertura. Una società in cui i giovani che si stavano avvicinando al mercato del lavoro troveranno un’occupazione sicura e dignitosa, e non saranno obbligati a ripiegare su soluzioni illegali o dannose per loro stessi al fine di sostenere le loro famiglie.

Tale società è e sarà più vicina quando il potere trasformativo dei giovani sarà pienamente riconosciuto e messo in pratica in tutte le organizzazioni e istituzioni, a tutti i livelli. 

Perché i giovani non sono solo i leader di domani, sono la più grande risorsa di oggi.


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