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Milo Manara: “Un disegno è il mio modo di dire grazie ai volontari della Croce Rossa”

 
 
 

Una giovane volontaria con mascherina e guanti, nella sua divisa della Croce Rossa e con lo sguardo sicuro e deciso rivolto verso l’osservatore, apre il portellone di un’ambulanza per accogliere chi ha bisogno di cure. Immagine familiare per tutto il Paese dall’inizio di questa emergenza, ma assolutamente straordinaria se declinata nel linguaggio dell’arte: grazie al Maestro del fumetto italiano, Milo Manara, quest’immagine si è fatta disegno.

Cosa l’ha spinta a realizzare la tavola?

“Volevo ringraziare i soccorritori con il mio linguaggio. Quello che stiamo vivendo è un momento in cui le persone più coraggiose si prendono dei rischi per aiutare gli altri. La Croce Rossa non ha bisogno di presentazioni, in tutto il mondo vuol dire soccorso e cura di chi è in gravissime difficoltà, dalla singola persona vulnerabile a popoli interi. La Croce Rossa è vicina a tutti, anzi nell’immaginario collettivo è l’idea stessa del soccorso. Come si fa a non ringraziare? Nella mia carriera ho sempre celebrato la bellezza delle donne, in queste circostanze mi sentivo di esaltare altre virtù come il coraggio e l’abnegazione, sempre declinate al femminile. Attraverso questa tavola ho voluto esprimere la mia gratitudine a tutti i volontari in prima linea, al loro grande sforzo. Tutti sanno cosa fate e ve ne sono grati. Da questo sentimento condiviso e collettivo nasce il mio disegno”.

La soccorritrice raffigurata è ispirata a qualcuno in particolare o è frutto della sua fantasia?

“E’ un’immagine simbolica, che proviene dalla mia immaginazione. Si tratta di una rappresentazione ideale, dedicata a tutti i volontari. Ho cercato, tuttavia, di essere attento alla divisa e all’ambulanza nei dettagli rappresentati, per il contesto mi sono documentato”.

In questa pandemia globale che ruolo può avere l’arte?

“Spero che l’arte possa avere un indirizzo soprattutto consolatorio, portandoci un po’ al di sopra e al di fuori del momento terribile che siamo costretti a vivere. Non può cancellare le difficoltà, ma consente di farcele vedere con un occhio più distaccato, alleggerendoci”.  

Che messaggio vuole mandare, Milo Manara, ai volontari della Croce Rossa Italiana?

“I volontari della CRI non hanno bisogno di messaggi, ma voglio dire a tutti loro: cercate di farvi coraggio, ne usciremo grazie a voi e, finito tutto questo, potremo celebrarvi a dovere. Volevo condividere con voi un’immagine: quando in macchina sentiamo una sirena della polizia ci spostiamo con timore, quando è quella dell’ambulanza ci spostiamo con rispetto. Gli uomini e le donne della Croce Rossa ispirano rispetto”.

 “A riveder le stelle” è una sua famosa opera, ispirata a Dante. Un titolo evocativo, soprattutto di questi tempi. Come sarà, per tutti noi, rivedere le stelle?

“Spero che le cose cambino in meglio, spero che ci sia una evoluzione positiva per tutti. Questo darebbe senso alle tante sofferenze”.

 
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