Oltre 100 persone alla presentazione del secondo volume del libro “La Mobilitazione femminile nella Grande Guerra, le Crocerossine e le dottoresse”. La scorsa settimana, a Como, presso l’elegante Spazio Parini, le Sorelle dell’Ispettorato territoriale hanno organizzato un café littérarie d’histoire. In un clima soft e in un’atmosfera coinvolgente, le vere protagoniste sono state le Crocerossine. Le curatrici e le autrici del libro hanno narrato le vicende, spesso toccanti e drammatiche, delle Crocerossine mobilitate in zona di guerra. Sorella Costanza Arcuri, Referente Nazionale per la Storia delle II.VV., e curatrice del libro, ha portato i saluti dell’Ispettrice Nazionale ed ha illustrato agli ospiti il valore storico e umano del libro, dove le narrazioni trovano fedele giustificazione nelle fonti documentarie di riferimento, ma la cui peculiarità è la dimensione affettiva che trapela dalle parole scritte a più voci: le Crocerossine di oggi raccontano le Sorelle che le hanno precedute, legate a loro in un dolce nodo dall’unisono sentimento dello spirito di Corpo. Sorella Arcuri, inoltre, si è soffermata sul ruolo innovativo delle ambulanze radiologiche, che operavano in prossimità del fronte per gli interventi più urgenti.

Sorella Laura Miglierini, ha raccontato la nascita della Croce Rossa Internazionale e Italiana, soffermandosi sulla figura di Henry Dunant e di Cesare Castiglioni, determinanti per l’istituzione e la configurazione della nuova associazione filantropica. Dunant, l’idealista che ha saputo comprendere e realizzare il progetto originale di una società sovranazionale, e Castiglioni che ha declinato nella complessa realtà storica di un’Italia appena nata, l’organizzazione strutturata del soccorso in ambito bellico.

Il pubblico ha rivissuto le affascinanti vicende di vita di Sita Meyer Camperio, fondatrice del Corpo delle Infermiere Volontarie di Croce Rossa. Sorella Giovanna Bonvicini ha coinvolto i presenti descrivendo le caratteristiche di questa donna: l’amore profondo per la musica, tanto da portare il violino anche in zona di guerra come forza interiore, antidoto contro le paure e le debolezze; la determinazione nel voler creare, anche in Italia, un sistema infermieristico preparato e organizzato ed infine , le delusioni ricevute proprio da chi le era più vicino, ma, al contempo, la capacità di resilienza , perché l’aiuto e la dedizione sono gli unici obiettivi per chi vuole essere Crocerossina.

Sorella Bonvicini ha concluso leggendo ad un pubblico attento e partecipe l’epitaffio voluto da Sita sulla sua lapide: ‘Si porta nella tomba solo ciò che si è dato’.

La serata ha visto alternarsi momenti di memoria del passato con brevi pause caratterizzate da spazi di convivialità e socialità, secondo la modalità del café littéraire. A rendere l’evento ancora più originale, due alunne del Liceo Linguistico Scientifico “Paolo Giovio” di Como, che hanno riscoperto alcune figure del libro dalla prospettiva di giovani ragazze, rimanendo colpite dal profilo di S.A.R. Elena D’Orleans, prima Ispettrice Generale, in particolare dalla sua determinazione e capacità di affermare e realizzare progetti in una società a dominanza maschile. Una delle giovani studentesse, ha piacevolmente ricordato una Crocerossina poco nota: Maria Papafava, ha raccontato la sua capacità di rimanere calma di fronte alle sofferenze, perché solo così si può essere d’aiuto, ma anche del pianto a cui si abbandonava quando era nella solitudine della sua casa. È stato ricordato, inoltre, l’aiuto che Sorella Papafava ha dato alla sua città, Padova, costruendo a sue spese un laboratorio di confezioni per i combattenti.

Sorella Ornella Zagami, moderatrice della serata, ha infine illustrato le vicissitudini delle Infermiere Volontarie Maria Andina, Maria Antonietta Clerici e Concetta Chludzinska, internate nel campo di Concentramento di Katzenau e liberate, dopo quattro mesi, tramite lo scambio con cinque suore austriache presenti in Italia. Tre donne con caratteristiche diverse: Maria dedica la vita all’aiuto ed all’assistenza dei più deboli, animata da fede profonda; Maria Antonietta, maestra, è sensibile, vivace intellettualmente e profondamente attiva, non si rassegna alla quotidianità e rompe gli stereotipi ingabbianti e limitanti. Concetta è una donna determinata e coraggiosa, con un carattere impulsivo, passionale, che non accetta il ruolo di donna sottomessa ed obbediente, nemmeno dai suoi superiori. Tutte e tre decidono di rimanere in zona di guerra all’arrivo del nemico, dopo la rotta di Caporetto, per aiutare i militari feriti e malati non trasportabili, tutte e tre provano l’esperienza del servizio alla sanità militare nemica e dell’internamento nel campo di concentramento. Tre donne moderne e coraggiose perché capaci di vivere le intime sfaccettature dell’essere femminile fuori dai contesti usuali, in ambiti generalmente di pertinenza maschile. Commossi i parenti di Maria Andina, presenti in sala durante l’esposizione. Durante la serata un velo invisibile ha avvolto passato e presente, il velo della solidarietà e del conforto per i vulnerabili.

Presenti l’Ispettrice Regionale, Sorella Vittorina Arconti, e numerose Ispettrici e Crocerossine della regione.

L’attività si configura nell’ambito delle iniziative culturali del Mu.R.A.C, Museo dei Rifugi Antiaerei del Comitato della Croce Rossa della Provincia di Como, di cui è referente Sorella Anna Saldarini.

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