Pescara – Il Comitato CRI presenta il corso di alfabetizzazione informatica per i detenuti

 Pescara – Il Comitato CRI presenta il corso di alfabetizzazione informatica per i detenuti 

Si è tenuta l’8 novembre, a Pescara, la conferenza di presentazione del corso di alfabetizzazione informatica riservata ai detenuti, promosso e finanziato dal Comitato della Croce Rossa pescarese.“Qualche mese fa ci eravamo lasciati con l’impegno che, entro breve tempo, saremmo partiti con un corso di informatica dedicato ai collaboratori di giustizia. Questo momento, ora, è arrivato”. Fabio Nieddu, Presidente del Comitato della Croce Rossa di Pescara, riassume in queste brevi parole il senso di quello che è un percorso iniziato, ormai, da tanti anni.Era infatti il 2010 quando la Croce Rossa di Pescara ha stipulato un protocollo di intesa con la casa circondariale locale, in maniera tale che i volontari che lavorano all’interno del carcere avessero una precisa identità. Ora, a distanza di anni, in questo percorso ormai consolidato e che ha visto realizzarsi numerose iniziative quali, ad esempio, momenti di svago come le consuete tombolate, attività di formazione con corsi di inglese, supporto sociale, parte un corso di alfabetizzazione informatica riservato ai collaboratori di giustizia promosso e finanziato, interamente, dal nostro comitato di Croce Rossa.“Il detenuto, una volta scontata la pena, deve essere considerato dalla comunità come una risorsa per il tessuto sociale e avere una base formativa sulla quale sviluppare la propria identità” prosegue Nieddu. “Per fare ciò, in questa prima fase, attraverso la docenza di Maurizio Corazzini, forniremo ai partecipanti le nozioni basilari d’informatica. Per il 2018, invece, stiamo lavorando per ritagliare uno specifico finanziamento per proseguire con un corso avanzato”.Quasi 56 mila persone ristrette in carcere per la commissione di circa 140 mila reati, a fronte di una capienza di circa 50 mila posti: questi sono i numeri della situazione carceraria nel 2016 in Italia, così come fotografata dall’ISTAT che, recentemente, ha pubblicato tutti i dati. “È questo lo scenario che ci spinge, sempre più, a dedicarci a questo mondo e a queste persone, perché è bene rammentare che il detenuto merita il rispetto e la dignità che regaliamo ad ogni singola persona”, commenta Fabio Nieddu. “L’aver commesso un reato -conclude il Presidente- comporta il giusto obbligo di scontare una pena ma questa non può consistere nella perdita della dignità e nell’emarginazione sociale”. Ecco che, allora, il reinserimento diventa fondamentale e, per farlo, è necessario preparare la persona a questo rientro.All’interno del Comitato CRI di Pescara si è consolidata, ormai da anni, l’attività svolta dai volontari nell’ambito del “Progetto Carcere” e che ha comportato una formazione peculiare con corsi di aggiornamento specifici proprio in virtù della particolarità di questo servizio. Il loro, infatti, è un cammino formativo che li rende idonei ad affrontare questa missione così delicata, in costante collaborazione con la Direzione e con l’Area Trattamentale del carcere di Pescara.“Questo corso è molto importante – sottolinea il dott. Franco Pettinelli, direttore della Casa circondariale di Pescara – perché senza uno specifico percorso formativo, non è possibile nessun reinserimento sociale. Devo ringraziare la Croce Rossa per il forte supporto per attuare questo processo di recupero e di reinserimento sociale. È evidente, nei volontari, la forte motivazione a lavorare e a collaborare per questa finalità che non è facile, soprattutto perché ci si trova di fronte a una particolare tipologia di persone che richiede l’intervento da parte di personale formato e, credo, che quello della Croce Rossa sia uno degli esempi migliori che abbiamo”. Conclude la conferenza stampa il Presidente Nieddu, sottolineando ancora una volta come “il carcere non debba essere considerato come un contenitore di persone ma deve essere, a tutti gli effetti, una struttura dove queste persone oltre ad espiare la propria pena, vengono aiutate ad essere reinserite all’interno della comunità”.

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