Migranti: domani ad Augusta lo sbarco dei sopravvissuti nell'operazione Croce Rossa Moas

Migranti: domani ad Augusta lo sbarco dei sopravvissuti nell'operazione Croce Rossa Moas

Arriverà domani mattina alle 6 al porto di Augusta (SR) la nave Responder della missione congiunta MOAS Croce Rossa Italiana, in collaborazione con la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR). A bordo ci sono 354 persone migranti, soccorse nella giornata di ieri in cinque diverse operazioni: tre recuperi e 2 trasferimenti da altre navi nel Mar Mediterraneo. Nel primo intervento, reso difficile dalle condizioni precarie del gommone su cui viaggiavano in 134, hanno perso la vita 7 persone, di cui 5 donne e due uomini.  “Ho seguito lo sguardo di un uomo che stendeva le braccia verso di me – ha raccontato il team coordinator della Croce Rossa Italiana Eugenio Venturo – mentre affondava in mare. Mentre le mani si allontanavano, lo potevo sentire urlare, ma scendeva per poi sparire. Poi più nulla. Tutti cercavano di intercettare le mani di chiunque, tutti vedevamo i corpi sotto di loro affiorare a pelo d’acqua ancora con i life jacket offerti subito come da prassi. Il personale MOAS in acqua – ha concluso Venturo – ne ha soccorsi tanti e se non ci fossero stati loro non ne avremmo salvati così tanti”. “Il gommone si stava già riempendo acqua e c’era gasolio dappertutto. Le persone, già agitate, sono entrate totalmente nel panico. Ciò ha reso la distribuzione dei giubbotti di salvataggio molto difficile. Così si sono spinti tutti in fondo al gommone che è collassato e ha fatto cadere in mare tante persone” ha raccontato Paul Chamberlain, operatore rescue MOAS  Alla fine, in quell’operazione, 134 persone, tra cui 99 uomini, 29 donne e 6 bambini, sono stati tratti in salvo su Responder, ricevendo le cure del team di Croce Rossa e FICR.

  
 

“Dopo l’enorme tristezza davanti alle drammatiche immagini che sono arrivate dal nostro team a bordo, ora è il momento della rabbia e della voglia di urlare e denunciare l’ignavia della politica dei Governi europei che non fanno nulla davanti alle tragedie quasi quotidiane nel Mar Mediterraneo. Le immagini del gommone ormai sgonfio sono agghiaccianti, ma purtroppo stanno diventando la normalità: la gente è ormai abituata a vedere questi fotogrammi, mentre i media aggiornano la conta dei morti con alcune brevi notizie. Che cosa sarebbe successo se la missione congiunta Croce Rossa/Moas non fosse stata lì? Quanti morti staremmo piangendo? Basta tragedie in mare, è ora di istituire canali sicuri per chi scappa dalla  guerra e di prevenire concretamente le partenze, non con operazioni di polizia, ma con interventi di pace e di sviluppo in quei paesi da dove le persone scappano per la disperazione. Stiamo parlando di donne e uomini che meritano dignità e sicurezza: i nostri Governi non possono continuare a voltarsi dall’altra parte, senza alcun intervento concreto” ha dichiarato il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. “Il tragico evento di ieri dimostra ancora una volta l’urgente necessità di alternative a questi viaggi mortali. La creazione di percorsi sicuri e legali è l’unico modo per garantire che quelli che perseguono il giusto diritto di asilo, riescano a ottenerlo senza rischiare la propria vita. E’ tempo che i leader mondiali si rendano conto che non possiamo nasconderci da questa realtà, non possiamo voltare le spalle, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Non importa quanti muri verranno costruiti nel frattempo. La gente continuerà a venire” ha detto il Direttore di MOAS Pete Sweetnam.

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