Da Solferino alla Prima Guerra Mondiale: presentati a Roma i due volumi di “Storia della Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914”
La storia di un’idea, della più grande idea umanitaria e laica che sia apparsa sulla terra, il suo intreccio con la storia risorgimentale e la sua evoluzione dai campi lombardi di battaglia di Solferino al passaggio nella Roma capitale del Regno d’Italia. C’è tutto questo nella genesi della CRI. Le tappe dei primi 50 anni dell’Associazione sono state ripercorse oggi presso la sede del Comitato Centrale a Roma durante la tavola rotonda su “Storia della Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914”, opera in due volumi, “I Saggi” e “Documenti”, edita da Franco Angeli. Il lavoro “corale”, che ha coinvolto 22 autori, è a cura di Costantino Cipolla, ordinario di Sociologia dell’Università degli Studi di Bologna e di Paolo Vanni, emerito dell’Università di Firenze e delegato nazionale alla Storia della CRI. I due libri, il primo di saggi, il secondo di documenti inediti, ripercorrono la genesi della Croce Rossa a partire dall’intuizione di Henry Dunant a Solferino di creare un’istituzione internazionale a carattere umanitario per mitigare le sofferenze causate dalla guerra e per garantire la protezione dei feriti sul campo di battaglia.”La storia della Croce Rossa all’origine vive di situazioni di guerra, nasce in Lombardia, è composta prevalentemente da medici ma anche da sacerdoti, facendo una sorta di mediazione tra mondo laico e mondo cattolico – ha detto il prof. Cipolla – ma è anche storia dell’emancipazione femminile, dell’arrivo delle donne sulla scena civile, in un periodo storico in cui diventa legittima l’attività professionale delle infermiere”.L’opera intende mostrare il cammino compiuto dalla Croce Rossa in Italia, la sua nascita, i suoi rapporti con Ginevra (CICR), le sue difficoltà e la sua affermazione, il suo intreccio con le vicende dello Stato e della società italiana, ma soprattutto la sua fedeltà o infedeltà alle idee del grande Dunant. Ma la storia della Croce Rossa Italiana è fatta anche di documenti, che per il primo cinquantennio della sua vita sono rarissimi, spesso quasi introvabili. Costantino Cipolla e Paolo Vanni, insieme ai loro collaboratori e ai volontari delle Sezioni storiche dei Comitati CRI che hanno partecipato alla ricerca, sono riusciti a riportare alla luce, a riunire e a pubblicare la più importante documentazione esistente, quasi tutta inedita e di fatto introvabile: verbali, carteggi, Statuti, Regolamenti e Bollettini, originali mappe geografiche che riproducono lo sviluppo dell’Associazione sul territorio della penisola e un significativo repertorio di foto d’epoca.
“La storia della CRI – ha aggiunto il professore Vanni – è storia contemporanea, ma anche storia della medicina. C’è una sovrapposizione tra le tre materie. Non si può fare Diritto Internazionale Umanitario senza avere un’infarinatura di quel grande passo avanti costituito dall’umanitarismo laico attraverso la nascita della Croce Rossa”.La tavola rotonda è stata introdotta e moderata dai due autori e dalle due vice presidenti della CRI, Maria Teresa Letta e Anna Maria Colombani. Sono intervenuti, tra gli altri, Pietro Ridolfi, delegato nazionale CRI per l’obiettivo 4 (area della disseminazione del DIU, dei Principi Fondamentali, dei valori umanitari e della cooperazione internazionale) e Romano Ugolini, ordinario di Storia Contemporanea dell’Università di Perugia.”E’ bello trovare anche a livello accademico quella passione di cui siamo ricchi noi volontari – ha sottolineato la vice presidente della CRI, Anna Maria Colombani, commentando lo scambio di vedute tra i due coautori sulla figura di Ferdinando Palasciano – conoscere la storia della CRI è un dovere, un patrimonio, un arricchimento per tutti i volontari. Leggere questi libri aiuta molto a capire la Croce Rossa di oggi”.