Salute, formazione e riduzione degli effetti del cambiamento climatico. Il progetto di cooperazione tra CRI e Cruz Roja Hondureña

Lo stretto rapporto di cooperazione e collaborazione tra Croce Rossa Italiana e la consorella in Honduras nasce nel 1998, dopo il passaggio nel paese latinoamericano dell’uragano Mitch che richiese l’assistenza di molte componenti del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Proprio dopo quell’emergenza fu deciso di aprire in Honduras una delegazione permanente di Croce Rossa Italiana per sostenere la Cruz Roja Hondureña durante la ricostruzione. In questi anni sono stati tanti i progetti a cui le consorelle hanno lavorato insieme: dalla cooperazione allo sviluppo sostenibile alla prevenzione della violenza giovanile urbana. Tra questi, da più di sei anni, CRI sostiene anche il progetto PRRACC, per la preparazione delle comunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici, aiutando la Cruz Roja Hondureña. La terza fase del progetto, iniziato nel 2014 con termine nel 2018, affronta i problemi dovuti alla riduzione dei rischio del “climate change” sotto tre aspetti differenti:

il miglioramento della produzione agricola sostenibile, sia a livello economico che ambientale; il rafforzamento delle strutture comunitarie esistenti; la creazione di nuove forme di inclusione economica della popolazione, nel rispetto dell’ambiente e degli aspetti culturali locali.

«Siamo molto felici dei risultati ottenuti fino a questo momento – racconta in un video José Juan Castro, presidente nazionale Cruz Roja Hondureña – abbiamo potuto far crescere più di un milione di alberi. Un risultato enorme per l’Honduras e per i nostri sforzi per mitigare gli effetti del cambio climatico nel nostro territorio. Anche i nostri allevamenti stanno crescendo: possiamo contare adesso su circa 80 maiali che nel 2018 saranno molti di più e costituiranno un reddito per tante famiglie ai margini della società».

  
  

L’agricoltura è uno dei settori più importanti del progetto di collaborazione tra le consorelle italiane e honduregne. «Abbiamo costruito delle serre dove stiamo coltivando pomodori, peperoni, peperoncini, cetrioli, zucchine, lattughe – continua José Juan Castro – Insegnando soprattutto alle famiglie come devono essere curati gli orti e come considerarli una fonte di reddito economico che permette di aumentare la qualità della vita». In Honduras infatti la vulnerabilità ambientale insieme all’insufficiente produzione di vegetali e legumi, costituisce una minaccia per tante persone. Le comunità più in pericolo sono le famiglie più povere, che soffrono esclusione sociale e soprattutto insicurezza alimentare. La costruzione di orti familiari rappresenta quindi anche una grande opportunità dal punto di vista nutrizionale: le famiglie hanno così a disposizione alimenti con un alto contenuto di proteine, sali minerali e vitamine, insomma elementi imprescindibili per una dieta sana.La seconda parte del progetto riguarda la gestione del rischio. “Sono stati previsti dei momenti di formazione con diverse istituzioni municipali e associazioni  – dice il presidente  della Cruz Roja Hondureña – L’obiettivo è quello di sviluppare ancora di più le competenze territoriali riguardo agli interventi in emergenza. Sono stati previsti anche corsi di primo soccorso nelle scuole. Una delle attività principali rimane la formazione degli stessi volontari della Cruz Roja: adesso hanno molte più competenze da poter sfruttare in caso di disastri e possono contare su una migliore cultura della prevenzione». Anche la salute è uno degli aspetti centrali del progetto: «abbiamo potuto approfondire i moduli della metodologia SPAC, per costruire comunità più resilienti, sane e sicure». Il progetto continua, e le linee guida stabilite nella Strategia 2020 sono più vicine rispetto all’inizio del percorso di cooperazione: “Non posso che ringraziare Croce Rossa Italiana e il suo presidente Francesco Rocca – conclude Castro – che hanno sempre nella mente e nel cuore lo sviluppo delle nostre comunità”.

 
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