Guerra di Corea : il fondamentale ruolo svolto dai Corpi Ausiliari CRI

ue piccoli pazienti vengono visitati nel reparto pediatrico. A causa dell'affollamento, spesso in un solo letto venivano sistemati due bambini, come si può vedere.
Due piccoli pazienti vengono visitati nel reparto pediatrico.(immagine tratta dal sito www.corea.it)

Dal saggio di Matteo Cannonero e Mauro Pianese la storia della missione in Corea del nucleo sanitario CRI dell’ Ospedale n°68

Riportiamo la trascrizione dell’articolo uscito sulle pagine cultura del quotidiano Libero dell’8 agosto scorso (pag.29) e la pagina del giornale in formato pdf.GUERRA DI COREAgrazie alle crocerossineUn saggio ricostruisce la nostra prima missione “bellica” dopo il 1945 Fu un ospedale da campo a farci riammettere nel consenso internazionaleSimone PaliagaNegli Usa ci hanno addirittura girato un film e una serie televisiva di successo. Chi non ricorda i medici buontemponi poco inclini alla disciplina protagonisti di M.A.S.H.?Guasconi ma appassionati, ciondolano tra la sala operatorio e le braccia di avvenenti infermiere mentre all’ospedale da campo atterrano gli elicotteri con a bordo i feriti provenienti dal fronte. E’ il 1970 quando Robert Altman gira questa pellicola che per parlare del Vietnam rievoca vicende dell’ultimo conflitto intrapreso dagli Stati Uniti lontano da casa: quello esploso contro la Corea del Nord quattro lustri prima. E proprio la penisola che si slancia sul mar del Giappone e quella guerra vedono protagonista la prima missione militare italiana, per giunta proprio con un ospedale da campo, l’Ospedale 68.Di quella esperienza però, nessuna traccia nei ricordi dei più. Non un rigo nei manuali di storia e solo pochi cenni su qualche rivista specializzata. Ora a riportarla in superficie interviene un libro che, a fronte di qualche trascurabile ingenuità storica, ha comunque il merito di riconsegnare alla memoria collettiva un evento che ha segnato a fondo la politica Italiana: Gli italiani nella guerra in Corea  di Matteo Cannonero e Mauro Pianese (Fuavo Edizioni. pp 140. euro 13).

  

Ospedale n°68 : visita ufficiale del primo ministro coreano. A destra del gruppo il maggiore Pennacchi e la capo gruppo delle infermiere S.lla Anna Maria Rosi.(immagine tratta dal sito www.corea.it)
Ospedale n°68 : visita ufficiale del primo ministro coreano. A destra del gruppo il maggiore Pennacchi e la capo gruppo delle infermiere S.lla Anna Maria Rosi.(immagine tratta dal sito www.corea.it)

Quando si parla di Corea la memoria corre di solito allo smacco subito dalla Nazionale di calcio nel 1966. Ma la penisola che si trova alla stessa latitudine dell’Italia, per quanto a oltre 6mila Km, tra il 1950 e il 1953 è stata teatro di un delicato conflitto che ha fatto temere il peggio in un momento caldo della Guerra Fredda. Nel 1945, dopo l’allontanamento dei giapponesi, si è trovata divisa in due da un confine sistemato all’altezza del 38°parallelo. Spartita tra un nord gravitante nell’area di influenza comunista e un sud legato al blocco occidentale, covava tensioni. Fino a quando il 25 giugno del 1950, le truppe nordcoreane sfondano il confine e arrivano fino a Seul. Se il casus belli è la violazione del 38° parallelo da parte delle truppe della Repubblica popolare di Corea, le ragioni profonde del conflitto risiedono altrove. Se molti vedono nello scontro coreano il primo episodio della Guerra fredda, altri vi riconoscono il colpo da maestro dell’Urss per mettere in difficoltà la Cina. E’ stato Stalin infatti, qualche mese prima dell’invasione, a incoraggiare Kim Il Sung, primo presidente nordcoreano, celando il segreto obbiettivo di portare la guerra alla porte della repubblica maonista.Pochi giorni dopo la violazione dl confine sudcoreano il presidente usa Truman convince Onu ad autorizzare l’invio di un contingente militare al comando del generale Mac Arthur. Saranno 39 i Paesi membri a prendervi parte, più uno in attesa di entrare: l’Italia.Il Belpaese si trovava in una situazione difficile.

  

Civili coreani in attesa di essere visitati presso uno dei dispensari dell'ospedale. La sorella Anna Maria Rosi, che ha prestato servizio dal primo all'ultimo giorno nell'ospedale, sta parlando con una donna.
Civili coreani in attesa di essere visitati presso l’ospedale. La S.lla Anna Maria Rosi, in servizio per tutto il periodo, sta parlando con una donna.(Immagine tratta da www.corea.it)

Ancora irrisolta la questione di Trieste, sta negoziando contro le limitazioni al riarmo imposte dal trattato di pace e trattando per ottenere un seggio all’ Onu e aggirare così il costante veto Urss. Sul piano interno, la sinistra democristiana e il Pci si battono per la neutralità. Di diverso avviso è Alcide De Gasperi, primo ministro e leader della Dc. Allo scoppio della guerra di Corea giungono forti pressioni dagli Usa per l’invio in Oriente di un contingente militare. Ma il presidente del Consiglio convince Washington di essere in grado di allestire solo un ospedale da campo. La partita è delicata perché da qui muoveranno i primi passi dell’ Italia per rientrare nel gioco internazionale dopo la caduta del fascismo.Toccherà alla Croce Rossa Italiana e al suo Ospedale 68 riportare un Paese sconfitto, sul palcoscenico internazionale.Nel settembre del 1951 il nucleo sanitario partirà per Yong Dung Po, un sobborgo di Seul, con l’equipaggiamento per 200 posti letto e 71 volontari, uomini e donne. Gestito dal personale del Corpo Militare C.R.I. e dalle Infermiere Volontarie C.R.I., l’ospedale continuerà a essere operativo fino al gennaio dl 1955, vale a dire oltre un anno dalla fine del conflitto:il bilancio dell’operato è ragguardevole con 7mila ricoverati e 230mila prestazioni mediche fornite in ambulatorio.Ma quello sanitario è solo l’aspetto più evidente della missione. La posta in gioco della presenza italiana è politica più che umanitaria. Emblematica del “peso” della missione è la partecipazione, il 27 luglio1953, del maggiore Fabio Pennacchi, comandante dell’Ospedale 68, alla firma dell’armistizio di Panmunjom, al confine tra le due Coree, che pone fine al conflitto ripristinando la situazione iniziale. La Guerra in Corea è stata così per De Gasperi quello che la Guerra di Crimea con i Bersaglieri del generale La Marmora è stata per Cavour: l’occasione cercata dall’Italia per rientrare nei giochi della politica internazionale dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con il fondamentale corollario della conquista del seggio all’ Onu, che otterrà nel 1955.Elenco Infermiere in servizio nell’Ospedale n°68(in ordine alfabetico) S.lla Caterina Aimini, S.lla Maria Luisa Corsi di Bosnasco, S.lla Jolanda D’Odorico, S.lla Celestina Franceschi, S.lla Angiola Gnavi, S.lla Amalia Iodice, S.lla Angela Mastromarino, S.lla Antonietta Mojana, S.lla Dina Pantaleoni, S.lla Alma Pascutto, S.lla Anna Maria Rosi.

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