Grosseto, emergenza Costa Concordia “tempo investito in formazione rivelatosi fondamentale”

Foto di Luca Mallardo, Ispettore Gruppo Giovani CRI Grosseto
Foto di Luca Mallardo, Ispettore Gruppo Giovani CRI Grosseto

Riceviamo dall’Ispettore di Gruppo di Grosseto, e volentieri pubblichiamo, quanto scritto nei giorni scorsi a conclusione dell’emergenza vissuta per il naufragio dell’imbarcazione Costa Concordia nell’ambito della cui emergenza il Gruppo di Grosseto ha avuto un ruolo chiave.

 

 Tutto è cominciato la notte di Venerdi 13, quando ho letto su un Gruppo di Facebook una frase del nostro Delegato di protezione civile che diceva: “segnalo una nave con problemi di navigazione presso l’isola del Giglio”.Nessuno avrebbe mai immaginato che da lì a poche ore  questa nave con “problemi di navigazione” avrebbe attivato il nostro sistema di emergenza, con più di 200 volontari e 30 mezzi.Il Gruppo Giovani CRI di Grosseto è stato protagonista sin dalla notte del tragico incidente: il Giovane CRI  Emilio Gualtieri, in qualità di delegato provinciale delle attività in emergenza del nostro Comitato, è stato proprio il primo Pioniere di Grosseto a raggiungere Porto Santo Stefano, dirigendo, organizzando il sistema d’emergenza della CRI insieme al Pion. Stefano Tanchi, i quali hanno lavorato tutta la notte.I naufraghi sono stati accolti in centri di accoglienza presso Porto Santo Stefano, altri trasportati d’urgenza al pronto soccorso di Grosseto. Il gruppo Pionieri Grosseto è stato in realtà protagonista nella seconda fase di risposta all’emergenza, quando alcuni naufraghi (circa 800 membri dell’equipaggio) sono stati trasportati in due alberghi del nostro comune: la mattina di Domenica 15 la Croce Rossa ha analizzato i bisogni dei naufraghi e ha organizzato attività sociali per migliorare le condizioni di vita degli ospiti della struttura. “molti di loro avevano ancora vestiti da lavoro, con la scritta Costa Crociere, i macchinisti con le loro tute, il maitre con l’abito da sala, gli ufficiali individuabili per la divisa con pantaloni blu e stemmi di riconoscimento, quasi tutti in ciabatte e tutti con gli stessi vestiti con cui avevano lasciato la nave”, racconta Alessandro Carabia, vice ispettore del Gruppo dei Giovani CRI di Grosseto che continua disegnando un quadro della situazione il giorno successivo, quando i naufraghi sono stati trasportati presso altre strutture vicino Roma: “quasi duecento persone che si alzano tutte insieme, stanche, provate ma felici, felici perchè sanno che presto saliranno sugli autobus e saranno di un passo più vicine a casa. Quasi duecento mani che stringono la mia e dicono , sorridono e passano. “.La Croce Rossa al campo si è impegnata ad attivare il magazzino regionale della CRI e nel giro di poche ore sono arrivati due camion di vestiti per soddisfare i bisogni delle persone da assistere.Per rendere l’idea si deve immaginare un formicaio, dove circa 800 persone vengono assistite da una cinquantina di volontari che hanno consegnato in maniera ordinata e precisa ciò che era loro necessario.In questo campo hanno preso parte trenta Giovani CRI di Grosseto, che sono arrivati dalla mattina fino alla sera, progressivamente. L’attivazione, da parte del Delegato Provinciale, è avvenuta in maniera improvvisa: ogni ora c’era sempre più bisogno di volontari, le attività sociali in emergenza prendevano sempre più spazio e c’era sempre più bisogno di Pionieri che aiutassero. Ogni ora c’era necessità di nuovi Pionieri. Il Gruppo Giovani CRI ha risposto in maniera ottimale e organizzata, ma soprattutto con grande generosità: alcuni ragazzi sono stati disponibili a rimanere anche la notte per continuare a supportare l’emergenza, altri hanno lavorato fino a sera tardi, consapevoli che magari la mattina sarebbero dovuti andare a scuola o all’università o tornare lì.Ecco il pensiero di Francesca Riccucci, delegata di Gruppo Area Servizio nella Comunità che ha gestito la segreteria del campo: “In questa emergenza abbiamo messo in pratica quei 7 principi che sono elemento fondamentale e costituente della Croce Rossa. Tanti volontari che si muovevano all’unisono come se fossero una persona sola. Personalmente ho sentito il senso di appartenenza e di unione alla e nella Croce Rossa, ho sentito il principio dell’Unità. Siamo intervenuti secondo il principio di umanità nell’intento di portare soccorso senza discriminazioni per far rispettare la persona e proteggerne la vita e la salute. Successivamente mi hanno chiesto se ero stanca, lo ero, forse anche molto, ma quasi non lo sentivo, l’urgenza di aiutare tutte quelle persone era superiore alla mia stanchezza. Abbiamo stretto i denti e abbiamo messo tutte le nostre energie per aiutare quelle persone che non avevano più nulla se non un nostro piccolo semplice sorriso.”Dalla Domenica al Lunedì pomeriggio le attività sono continuate, come una fabbrica nel pieno del lavoro. Il lunedì sera tutto era terminato. Non ce n’eravamo accorti ma in 36 ore siamo stati attivati, abbiamo risposto al bisogno subito e abbiamo messo in pratica il potenziale della Croce Rossa: 7 Principi in azione!Ripensando a quanto tempo è stato speso in formazione, campi e corsi, in tirocinio, in condivisione… tutto è stato utile! Tutto è stato fondamentale! Questa emergenza rimarrà sempre scritta nella storia del Nostro Gruppo. Rimarrà una pagina amara per le scene che sono state viste, ma ricca di orgoglio per come questo Emblema abbia strappato anche per un attimo un sorriso a chi ha perso improvvisamente tutto.Luca MallardoIspettore Giovani CRI Grossetog.grosseto@pio.cri.it

  

Categorie: GiovaniNews

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