Il viaggio di Abdel: attraverso l’Europa per arrivare dalla Siria a Malta. E trovare alla fine ospitalità in Sicilia

Mineo: Abdel cammina tra Camilla e Silvia. È un ragazzone, sembra un gigante accanto alle due ragazze con indosso gli emblemi della Croce Rossa. Abdel viene dalla Siria e Silvia Dizzia, la caseworker RFL di Catania, lo ha incontrato nello scorso autunno a Malta, da detenuto, per poi ritrovarlo a febbraio al CARA Mineo, non certo alla fine del suo viaggio ma almeno in un momento di relativa tranquillità. “È la prima volta che parlo senza ansia, la prima volta che mi sento sereno”, racconta Abdel grazie alla traduzione di Camilla, la mediatrice culturale di Croce Rossa. Il primo momento di pace da quando, assieme a tre amici, ha deciso di lasciare la Siria per cercare di arrivare a Malta, dove c’è una nutrita comunità siriana e dei parenti che Abdel e i suoi compagni volevano raggiungere.

Croce Rossa Italiana su una delle navi di MOAS per garantire assistenza sanitaria a bordo

E’ salpata oggi da Malta la flotta di MOAS (Migrant Offshore Aid Station) per la ricerca e il soccorso nel Mar Mediterraneo. La Croce Rossa Italiana ha imbarcato il proprio personale per garantire assistenza sanitaria a bordo della nave Phoenix. “Non potevamo più restare a guardare le immagini dei continui drammatici naufragi nel Mar Mediterraneo, mare che di giorno in giorno diventa sempre di più un cimitero a cielo aperto. Mentre continuiamo a chiedere agli Stati una ‘coalizione umanitaria’ per avere vie legali e sicure per arrivare in Europa e chiedere protezione umanitaria, abbiamo deciso di intervenire nel momento più rischioso del viaggio dei migranti”, ha dichiarato il Presidente Nazionale di Croce Rossa Italiana e Vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca.

La Croce Rossa di Como ha allestito un punto di accoglienza per i migranti in transito alla stazione. Operativo anche un ambulatorio mobile CRI

La Croce Rossa Italiana di Como ha allestito una tensostruttura con 30 posti letto e bagni chimici nell’area ex Stecav di viale Innocenzo per accogliere soprattutto mamme e bambini presenti tra i migranti in sosta da giorni nella stazione ferroviaria San Giovanni, dopo la decisione della Svizzera di chiudere il confine.