La Croce Rossa in Italia e all’estero è conosciuta principalmente per la sua rinomata azione umanitaria e per la sua capacità di raggiungere in tempi di pace e di conflitto i più vulnerabili e di rispondere ai loro bisogni. Bisogni che nel mondo odierno sono sempre più vari e ai quali non basta rispondere fornendo assistenza primaria, ma necessitano di un impegno a 360°, volto a promuovere percorsi sempre più inclusivi e solidali all’interno delle nostre comunità. A tal fine, la CRI, in particolare negli ultimi anni, ha investito molto in programmi volti all’inclusione sociale e lavorativa delle persone più bisognose non limitandosi, come detto, solamente all’erogazione di servizi socio-sanitari di base ma rendendo più accessibile per le categorie più vulnerabili, come disoccupati, giovani, donne e migranti, l’accesso al mercato del lavoro. Il contrasto alla disoccupazione e la formazione scolastica e professionale sono divenuti obiettivi ancora più importanti durante la pandemia di covid-19, nella quale milioni di posti di lavoro sono stati persi, aumentando così drasticamente le disparità e le vulnerabilità. Per questo motivo, anche le realtà del mondo del no-profit, come la CRI, si stanno impegnando in Italia e nei paesi in via di sviluppo nel ridurre l’impatto drammatico a livello socio-economico della pandemia, innovando e proponendo modelli nuovi d’intervento che si basano sulla formazione e sul lavoro.
A conferma di tale nuovo approccio, si può menzionare il caso del Montenegro, il piccolo paese dei Balcani che anche prima del Covid-19 lo vedeva già impegnato in un delicato percorso di sviluppo socio-economico. Gli effetti della pandemia hanno rallentato ulteriormente questo processo, colpendo gravemente l’economia del paese e accrescendo la disoccupazione lavorativa e il numero delle persone bisognose. Molte di queste sono state, sia prima che durante la pandemia, assistite della Croce Rossa del Montenegro e hanno beneficiato di alcuni programmi e iniziative ad hoc avviate per supportare l’inclusione lavorativa, come il progetto “Roma Business Incubator” implementato assieme alla CRI che aiuta la popolazione rom nella capitale Podgorica nell’avviare e condurre autonomamente proprie attività professionali.
Considerando la necessità di promuovere l’occupazione lavorativa nel paese e di accrescere le capacità tecniche dei volontari di Croce Rossa, impegnati sul campo e a diretto contatto con i beneficiari nei servizi di consulenza e tutoraggio lavorativo, si è proceduto a organizzare per loro un corso di formazione condotto con l’ausilio degli esperti della CRI, collegati da remoto sia dal Comitato Centrale sia dai comitati locali di Roma e Benevento. Il corso in formato ibrido (presenza e remoto) si è svolto a Sutumore, Montenegro, dal 25 al 27 maggio.
Nei tre giorni di formazione intensiva sull’inclusione lavorativa, nella quale si sono alternate sessioni teoriche a simulazioni pratiche, i volontari della Croce Rossa del Montenegro hanno avuto l’opportunità di acquisire conoscenze e strumenti condivisi dal personale CRI e attualmente adottati nei diversi programmi in corso a livello nazionale e locale. Sono state, per esempio, condivise le innovazioni apportate nel progetto “LISA” , il quale utilizza metodi e strumenti informatici nuovi per far sì che i comitati CRI fungano da collegamento tra il mondo imprenditoriale e i gruppi più vulnerabili, come anche sono stati presentati i processi di formazione e orientamento al mercato del lavoro delineati ad hoc per i diversi cittadini di origine rom seguiti nel progetto “Roma Inclusion” del Comitato CRI di Roma, oppure per le persone senza tetto nel progetto “Housing First” del Comitato CRI di Benevento.
Grazie a questo corso si sono potuti quindi confrontare e condividere rispettivi modelli e buone pratiche che possono essere alternativamente implementati e riadattati in Italia come in Montenegro o in tanti altri paesi. Proprio in questi momenti di scambio tra diverse realtà, organizzati all’interno del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna rossa, si vuole supportare un’azione di cooperazione internazionale che rilanci lo sviluppo socio-economico nazionale e internazionale, puntando sulle capacità e l’emancipazione degli individui e sull’inserimento delle persone più vulnerabili nel mercato del lavoro e in tutta la società.