“Sono trascorsi 62 anni dal disastro del Vajont, una tragedia che colpì duramente non solo la comunità montana al confine tra le province di Belluno e Pordenone ma tutto il Paese. Una catastrofe davanti alla quale la Croce Rossa Italiana fornì una risposta immediata grazie all’impegno di Volontarie e Volontari, e delle Infermiere volontarie, che fin dai primi momenti successivi alla tragedia diedero sostegno alla popolazione, garantendo cure a chi era ferito, supportando chi aveva perso, oltre alla casa, i propri cari, e aiutando nella ricerca di superstiti”, ha ricordato il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro in occasione dell’anniversario dei fatti del Vajont.


QUASI 2000 PERSONE PERSERO LA VITA
Era il 9 ottobre 1963, ore 22:39. Una frana con un fronte di circa due chilometri si staccò dal fianco settentrionale del Monte Toc e precipitò nell’invaso del lago artificiale creato dalla costruzione della diga del Vajont. Ne scaturì un’onda alta più di 300 metri, con una portata di 50 milioni di metri cubi d’acqua, che si abbatté sulla diga e invase la valle sottostante, trascinando via con sé ogni cosa sul suo corso. In pochi istanti, case, scuole, fabbriche, chiese e monumenti vennero spazzati via, a Longarone e in altri comuni e località della valle del Piave.
Più di 1.900 i morti, quasi 900 le abitazioni distrutte, infrastrutture letteralmente cancellate.
Il 15 ottobre del 2023, la Croce Rossa Italiana ha ricevuto la cittadinanza onoraria da parte del Consiglio comunale di Longarone, un riconoscimento all’abnegazione e all’Umanità dei soccorritori della CRI. “Si tratta di un’onorificenza che ci riempie, ancora oggi, di tanto orgoglio poiché in essa sono racchiusi i valori della nostra azione umanitaria, i Princìpi del Movimento di cui facciamo parte, l’anima e la dedizione del nostro Volontariato, sempre in prima linea dei momenti di bisogno”, ha concluso Valastro.

