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Monorchio: "Frutto di un lavoro sinergico e dell'impegno costante nella sensibilizzazione, in particolare delle nuove generazioni"

La raccolta di plasma è ancora da record. Il netto aumento, segnato per il secondo anno consecutivo, ha permesso di superare la soglia dei 900mila chili di plasma avviato al frazionamento industriale, mai raggiunta prima nella storia del nostro paese. Questo risultato straordinario, conseguito grazie  alla generosità dei donatori italiani, permette di fare un ulteriore passo nel complesso percorso che  conduce l’Italia alla via dell’autosufficienza in materia di farmaci plasmaderivati.  

Nel 2024 infatti sono stati inviati all’industria per la produzione di medicinali plasmaderivati 906.938  chili di plasma, cifra che rappresenta un aumento del 3% rispetto agli 880.000 conferiti nel 2023, a  cui si aggiungono 15.141 chili destinati alla produzione di plasma ad uso clinico di grado farmaceutico. In Italia sono stati conferiti al frazionamento industriale 15,4 chili di plasma per ogni  1.000 abitanti (l’anno scorso tale indice si attestava a 14,9) per la produzione di plasmaderivati. Si avvicina quindi l’obiettivo dei 18 chili per 1.000 abitanti indicato come valore di riferimento per il  raggiungimento di un’indipendenza strategica dal mercato estero per le immunoglobulinedriver della produzione. 

Il plasma, ovvero la parte liquida del sangue, che si può donare sia attraverso una semplice donazione di sangue intero o tramite plasmaferesi, serve principalmente a produrre i cosiddetti  plasmaderivati, ovvero medicinali come l’Albumina e le Immunoglobuline che sono alla base di  numerose terapie salvavita. I farmaci prodotti con il plasma donato da donatori italiani non sono  però sufficienti a coprire il fabbisogno dei nostri pazienti e quindi, ogni anno, il Servizio Sanitario  Nazionale deve ricorrere al mercato estero per procurarsi i medicinali necessari. Questa dipendenza  espone il nostro paese al rischio di carenze, come ha confermato anche il periodo del COVID quando le difficoltà registrate a livello globale si sono tradotte nella difficoltà di reperire i farmaci oltre che in un aumento generalizzato dei prezzi.  

Pur essendo ancora lontana l’autosufficienza, la strada intrapresa dal sistema sangue italiano  sembra quella giusta. Basti pensare che la quantità di plasma per frazionamento conferito all’industria è ben superiore ai livelli pre-COVID (+5,6% rispetto al 2019) con un indice di  conferimento ogni 1.000 abitanti che all’epoca era di 14,2 chili.

Per quanto riguarda il plasma inviato all’industria per la produzione di medicinali, l’obiettivo raggiunto è stato superiore a quello previsto nel Programma Nazionale di Autosufficienza di circa 35mila chili (+4%). Molti i territori che hanno contribuito a questo aumento rispetto al 2023,  mostrando uno sforzo significativo, come le Province Autonome di Trento e Bolzano (rispettivamente hanno registrato un +9% e +8%), le Regioni Basilicata e Piemonte (+ 8%) e l’Emilia Romagna (+7%), mentre resta invariato l’impegno di Regioni come le Marche e il Friuli Venezia  Giulia che si confermano essere quelle che conferiscono più plasma in relazione al numero di  abitanti, con un indice di conferimento pari a 23,9 chili ogni 1.000 abitanti per le Marche e di 24,8  chili per 1000 abitanti per il Friuli. 

“Il trend dei risultati positivi, relativo alla raccolta del plasma e che seguono quelli della donazione  del sangue in generale, conferma l’importanza delle iniziative di comunicazione realizzate negli ultimi anni. Conferma anche il valore fondamentale della rete e della collaborazione sinergica tra istituzioni e territorio attraverso un modello consolidato che ha visto la partecipazione attiva di diversi attori impegnati nella diffusione capillare del messaggio della donazione – afferma il Ministro della Salute Orazio Schillaci – Ringrazio tutti i donatori, le associazioni, gli operatori e i volontari, consapevole che c’è un ulteriore margine di miglioramento nelle azioni da compiere per sensibilizzare la popolazione verso l’importanza di un gesto di grande generosità che contribuisce a  salvare vite umane.” 

“Questi nuovi risultati sono sensazionali ma rappresentano, per forza di cose, solo un passaggio intermedio – è il commento del direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis – L’importanza dei medicinali plasmaderivati per il benessere e la salute dei pazienti, italiani e di tutto  il mondo, è sempre più preponderante. E di questo il sistema sangue italiano è ben consapevole, come testimonia l’ottimo lavoro svolto sia a livello istituzionale che a livello ospedaliero e associativo, dai primari fino al singolo volontario. Un lavoro che i professionisti del settore svolgono  con dedizione e resilienza al servizio di quella grande risorsa che è la generosità dei donatori, senza il quale tutto questo sarebbe uno sforzo vano. L’obiettivo non è ancora raggiunto ma oggi più che mai sembra a portata e non è una cosa banale, specie dopo gli anni del COVID e delle sue varianti che ci avevano fatto fare molti passi indietro”. 

“Lo straordinario risultato ottenuto in fatto di donazioni plasma, che ricordiamo si basa sulla  donazione totalmente volontaria e non remunerata – dichiara il Referente nazionale per la donazione di sangue della Croce Rossa Italiana e Coordinatore protempore del CIVIS, la sigla che raccoglie le principali Associazioni di donatori, Paolo Monorchio – scaturisce dalla collaborazione  intensa e proficua tra Associazioni di Donatori, Centri trasfusionali e Istituzioni sanitarie e si conferma come un valore aggiunto del sistema trasfusionale italiano. Il lavoro sinergico tra il mondo del Volontariato ed il CNS rappresenta quella fondamentale garanzia affinché in Italia il sistema si  mantenga etico e solidale e che tuteli donatore e ricevente. Il CIVIS e l’intero mondo del Volontariato con le sue associazioni – conclude Monorchio – confermano il loro costante ed incessante impegno nella sensibilizzazione, in particolare, delle nuove generazioni e nella promozione non solo della donazione di sangue e plasma periodica, volontaria, anonima, periodica e gratuita, ma di una più ampia partecipazione della cittadinanza attiva, attenta alle necessità e ai bisogni della collettività ed in particolare dei malati e dei più vulnerabili”.

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