Lo scorso luglio, sono stati pubblicati due importanti report ONU su tematiche di diritto internazionale umanitario (DIU) e rispetto ai quali le attività della Croce Rossa Italiana, in particolare di disseminazione del DIU e advocacy umanitaria, hanno giocato un ruolo di rilievo.
Il primo è un report del Segretario Generale ONU sullo stato di implementazione dei Protocolli Aggiuntivi del 1977 (alle Convenzioni di Ginevra del 1949) relativi alla protezione delle vittime dei conflitti armati che, come richiesto nella risoluzione 77/107 dell’Assemblea Generale ONU, verrà presentato in occasione della 79° sessione della stessa. Il documento offre una panoramica delle misure adottate a livello nazionale in materia di diffusione e attuazione del DIU, sulla base dei contributi inviati da 19 Stati membri, tra cui l’Italia, e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
Tra le attività indicate dall’Italia in materia di diffusione e attuazione del DIU (p. 10 del Report), diverse sono quelle portate avanti grazie alla fruttuosa collaborazione con la nostra Associazione, come ad esempio: la redazione e la pubblicazione del Rapporto volontario sull’attuazione del DIU in Italia a cura della Commissione per lo studio e lo sviluppo del DIU istituita dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il gruppo di lavoro inerente alla redazione del “Manuale di Diritto Internazionale applicabile alle operazioni militari” – istituito tramite decreto del Ministero della Difesa – di cui la CRI costituisce parte integrante, i corsi DIU per le FF.AA., nonché la Gara Nazionale DIU rivolta agli studenti delle scuole superiori provenienti da tutta Italia.
Il secondo Report del Segretario Generale ONU presentato lo scorso luglio contiene un riassunto dei pareri forniti dagli Stati e da numerose organizzazioni della società civile in merito alle sfide e alle preoccupazioni sollevate dallo sviluppo e impiego di sistemi d’arma autonomi (autonomous weapons systems – AWS), così come richiesto nella risoluzione 78/241 dell’Assemblea Generale. Nel quadro delle sue attività di advocacy umanitaria, la CRI aveva esortato il MAECI ad inviare al Segretario Generale ONU le proprie considerazioni rispetto a importanti questioni giuridiche ed etiche sollevate dagli AWS e alla necessità di addivenire al più presto ad una loro regolamentazione in linea con il diritto internazionale umanitario.
L’Italia, che figura tra i paesi che si sono maggiormente posizionati in questo senso (p. 63 del Report), ha peraltro riproposto alcune posizioni in linea con le raccomandazioni del Comitato Internazionale di Croce Rossa, la cui importanza è stata più volte evidenziata dalla CRI. Tra questi vi è la necessità di adottare un nuovo strumento internazionale vincolante, che – da un lato – vieti gli AWS il cui utilizzo comporterebbe di per sé violazioni del DIU, e che – dall’altro – ponga una serie di limiti all’utilizzo degli AWS che non sarebbero proibiti, come ad esempio in merito all’identificazione degli obiettivi e al mantenimento del ‘controllo umano’ sulle funzioni critiche.