Monorchio: “Croce Rossa impegnata per favorire la cultura del dono”

Cresce la raccolta di plasma ma l’Italia non è ancora autosufficiente. I risultati condivisi dal Centro Nazionale Sangue, infatti, parlano di un aumento del 4,3% rispetto ai 12 mesi precedenti: 880mila chili di plasma raccolto, circa 36mila in più rispetto al 2022. Eppure, nonostante questo incremento, il plasma ancora non basta a coprire l’intera produzione di medicinali salvavita nel nostro Paese.

“In Italia abbiamo finalmente raggiunto la sufficienza sul sangue e possiamo garantire una pronta risposta alle richieste di trasfusione degli ospedali, eppure i donatori di plasma sono ancora pochi”, spiega Paolo Monorchio, Referente nazionale CRI per la Donazione Sangue. “La carenza di plasma ci costringe ad acquistare all’estero i farmaci plasmaderivati. Ecco perché la Croce Rossa Italiana, impegnata da diversi anni con la campagna “Dona che ti torna”, mira a potenziare le iniziative di informazione e sensibilizzazione territoriali promuovendo la cultura del dono”, prosegue Monorchio. “Uno dei fattori che influisce sulla donazione del plasma – prosegue il Referente Nazionale CRI – è proprio la disinformazione sul tema”.

 “È importante sapere che il plasma può essere donato volontariamente con una procedura analoga a quella della donazione del sangue intero”, spiega Monorchio. “L’unica differenza è che il prelievo viene effettuato tramite il separatore cellulare, un’apparecchiatura che divide la parte corpuscolata – che viene reinfusa nel donatore – dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600-700 ml. Una procedura sicura che, tuttavia, necessità di un iter lungo e complesso che, spesso, scoraggia i donatori”.

I risultati di quest’anno e le stime sul futuro, per quanto riguarda sia la raccolta di sangue sia di plasma, oggi lasciano spazio a previsioni ottimiste. “Occorre tuttavia continuare a promuovere l’importanza della donazione coinvolgendo soprattutto le donne, meno inclini a donare rispetto agli uomini, e le fasce più giovani che rappresentano un fondamentale bacino di nuovi donatori”, conclude il Referente Nazionale CRI.

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