Valastro: " Mostrò al mondo la forza di chi vuole aiutare. la Croce Rossa Italiana, ieri come oggi, al fianco di chi soffre"
In qualità di Ufficiale medico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, il Tenente Giorgio Rossaro era stato assegnato all’Ospedale della CRI “Nostra Signora” di Gorizia. Alle ore 7.30 del 4 maggio 1945, presso la sua abitazione, venne prelevato proprio mentre, con addosso la divisa della CRI, era in procinto di recarsi in ospedale per svolgere il suo servizio. Fu condotto nel carcere di Gorizia e, in seguito, in quello di Lubiana da cui non tornò mai più. Oggi, in occasione del Giorno del Ricordo, Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, subito dopo la cerimonia a largo Martiri delle Foibe (Gorizia), consegna la Medaglia d’oro al Merito della CRI alla memoria dell’Ufficiale medico, Giorgio Rossaro, a sua figlia Giorgia.
“È per me un privilegio assegnare questa onorificenza in ricordo di un uomo che, in uno dei momenti più difficili della nostra storia, ha mostrato al mondo la forza di chi vuole aiutare chiunque, in ogni circostanza, quella di chi davanti a nulla si ferma pur di riuscire a tendere la mano a chi soffre, a chi ha bisogno”, ha dichiarato Rosario Valastro, Presidente della CRI. “A farne le spese delle persecuzioni e delle violenze perpetrate anche l’Ufficiale Rossaro, una persona, un medico che indossava un emblema di aiuto che, nonostante le circostanze, non ha mai voluto dismettere”.
“Viviamo momenti drammatici nei nostri giorni, proprio come allora – ha dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro – con tanti popoli in fuga dalla propria terra a causa di violenze e conflitti armati. La Croce Rossa c’era, c’è e ci sarà sempre, per tutti coloro che necessitano di aiuto, di riparo, di conforto, senza alcuna distinzione di razza, religione o provenienza. Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo e ha un valore che deve rimanere vivo in tutti noi, non solo oggi ma quotidianamente. L’orrore di quegli anni torna spesso a bussare alle nostre porte. Non dobbiamo dimenticare ma essere testimoni di una delle pagine più tristi della storia del XX secolo attraverso il nostro impegno. Siamo stati e siamo l’Italia che aiuta!”.
Il Giorno del Ricordo è una testimonianza indelebile della tragedia consumata tra Istria, Fiume e Dalmazia, principalmente tra il 1943 e il 1945. Migliaia di italiani uccisi barbaramente, e gettati ed abbandonati, spesso ancora vivi, nelle foibe. In quel periodo furono tante, troppe, le violazioni del Diritto internazionale umanitario, così come le violenze e i crimini contro l’umanità perpetuati. La conseguenza di questa crudeltà fu l’esodo di 350.000 cittadini italiani del confine Orientale. I report della Croce Rossa e della Guardia di Finanza divennero fondamentali per la ricostruzione dei fatti e documentarono l’efferata violenza di quei tempi, ad opera di un regime che non risparmiò nessuno, neppure donne, anziani, bambini, infoibati nelle cavità della regione del Carso. Tra maggio e giugno del 1945, a Trieste e Pola, personale della Croce Rossa Italiana fu arrestato: non se ne seppe più nulla. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa tentò di mediare la liberazione dei prigionieri italiani nei campi di concentramento.