“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Non ci sono parole migliori di quelle incluse nella poesia (Soldati,1918) del noto poeta italiano Giuseppe Ungaretti per descrivere lo stato di fragilità che accumuna oggigiorno milioni di anziani europei. Le foglie di autunno fragili come i soldati in trincea della grande guerra, ma come anche molti degli anziani nel vecchio continente europeo che vivono quotidianamente in condizioni di estrema vulnerabilità e marginalizzazione, afflitti dalle conseguenze delle recenti crisi umanitarie, socio-economiche, ambientali e pandemiche.
Leggendo le ultime stime del WHO in Europa si può dedurre come il termine “vecchio continente” non indica più solo il mondo conosciuto prima della scoperta dell’America, ma corrisponde a una esatta e odierna realtà demografica: ad oggi in Europa infatti ci sono più persone che compiono 80 anni rispetto a nuovi nati e circa un 1/5 della popolazione complessiva ha un’età uguale o maggiore a 65, facendo del continente europeo il più anziano del mondo.
La decrescita nei tassi natalità e l’aumento della vita media sono fenomeni che toccano in principale modo l’Europa ma non escludono il resto del mondo, come viene indicato nei rapporti delle Nazioni Unite (World Population Prospects) che prevede che entro il 2050 più di 2 miliardi persone nel mondo avrà un’età maggiore ai 60 anni e l’80 percento sarà in paesi in via di sviluppo, la maggior parte al di fuori dell’Europa.
Trend demografici globali che implicano risposte nazionali e internazionali ma che soprattutto sottolineano la necessità di mettere al centro la valorizzazione e tutela della terza età nella nostra società. Temi che si cercano di ricordare annualmente celebrando il primo ottobre “la giornata internazionale delle persone anziane”, non a caso scelta all’inizio del mese simbolo dell’autunno e che metaforicamente viene letta nel passaggio ad una nuova stagione della vita. Una giornata che anche quest’anno è stata celebrata a livello mondiale con molteplici eventi e attività da tutto il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, con l’obiettivo di promuovere l’invecchiamento sano e attivo degli anziani e la loro effettiva inclusione sociale.
Grazie ai programmi della cooperazione internazionale della Croce Rossa Italiana si sostengono nel settore della assistenza e integrazione degli anziani, diverse e numerose Società Nazionali europee, in particolare nel sud-est europeo, nel Caucaso e nel centro Asia, tutte regioni che sono maggiormente colpite dalle conseguenze delle crisi economiche e socio-demografiche che vedono sempre di più giovani che emigrano all’estero e un numero maggiore di anziani nelle aree remote senza un adeguato sistema di welfare a loro sostegno.
Una presenza costante quella dei volontari della Croce Rossa che raggiungono gli anziani nelle aree più remote e rurali per fornire cure mediche e assistenza umanitaria, come avviene nei villaggi di montagna del Montenegro, dove la signora Petrusa Durisic, non manca occasione per esprimere una sincera gratitudine nei confronti della Croce Rossa: «I volontari mi rendono felice ogni volta che vengono a trovarmi. I miei unici vicini sono lontani chilometri e i volontari della croce sono i soli che vengono a visitarmi anche nei freddi mesi invernali, nonostante viva lontano e le strade sono impervie e in cattive condizioni. Mi sento sempre libera di chiedere loro aiuto e ogni volta mi portano qualcosa, come medicine e cibo per me e il mio fratello disabile. Posso solo dire il meglio della Croce Rossa, sono gli unici che si ricordano di me».
Un supporto agli anziani europei che la CRI offre con l’ausilio delle consorelle europee di croce rossa sviluppando nuove progettualità innovative volte a raggiungere gli obiettivi fissati nel Decennio dell’Invecchiamento Sano 2021-2030 (UN Decade of Healthy Ageing). Un’azione quella della CRI che adotta un approccio integrato sull’ invecchiamento attivo, non più solo incentrato sull’assenza di malattie e problemi di salute, ma piuttosto focalizzato sul rafforzamento delle capacità funzionali degli anziani in relazione alle proprie caratteristiche intrinseche e all’ambiente dove vivono, valorizzando così il loro ruolo nella società ed evitando ogni forma di stigma e marginalizzazione. Tale impegno si ritrova per esempio nell’operato costante della Mezzaluna Rossa kirghisa che, grazie anche al supporto di FICR, Croce Rossa Svizzera e CRI, tramite la dedizione dei suoi volontari promuovono l’invecchiamento sano e attivo di centinaia di anziani, spesso rimasti soli e in condizioni di precarietà. Un graduale e attivo reinserimento nella società che passa per la rivalorizzazione delle capacità e delle conoscenze degli anziani, comprovate nelle testimonianze dei suoi volontari, i quali negli anni hanno preso nota dei progressi raggiunti dai propri beneficiari, come nel caso della signora cantante Rima Lavrinovich: «Posso ora dire che Rima fosse davvero una cantante professionista. Tutti le dicevamo che cantava come Ludmyla Zyekina, famosissima cantante ai tempi dell’Unione Sovietica. Quando l’ho conosciuta, Rima trascorreva le giornate chiusa in casa da sola. Ha iniziato ad uscire quando l’abbiamo invitata ai festeggiamenti di fine anno del club della Mezzaluna Rossa e lì ha ricominciato a cantare»; oppure come nel caso del signore novantenne Nikoleiev Epifanovic: «Mi ricordo in particolare un nonno di 90 anni, il quale inizialmente aveva bisogno di servizi di assistenza domiciliare, ma poi abbiamo iniziato a portarlo al club. Ha iniziato a frequentare il gruppo di camminata nordica con il suo bastone. In seguito è diventato così attivo ed in salute che ha abbandonato il bastone. Ha continuato a fare lunghe passeggiate ed ha iniziato ad andare in palestra la mattina presto. Mi è rimasto particolarmente impresso per la sua ritrovata vitalità: quando l’ho conosciuto non parlava molto e si allontanava da casa solo per fare acquisti al negozio accanto, dopo un anno, invece, camminava agilmente e chiacchierava con tutti. Da qualche mese si è trasferito in Russia per vivere con un suo pronipote, ma sono sicura che stia continuando a fare lunghe passeggiate senza il suo vecchio bastone».
La cura e dedizione dei volontari di Croce Rossa e Mezzaluna rossa nei confronti degli anziani corroborate da conoscenze tecniche e professionali avanzate nel settore dell’assistenza ai più vulnerabili che vengono costantemente allenate e diffuse con corsi di aggiornamento ad hoc, svolti sempre con il supporto della CRI e previo il coordinamento della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Come, per esempio, sono stati i recenti corsi su invecchiamento attivo e assistenza domiciliare, organizzati negli uffici della Federazione di Budapest e Tbilisi, a ridosso data della data simbolica primo ottobre, dove circa 60 formatori da tutta Europa, tra i quali anche esperti CRI, hanno potuto scambiare esperienze e buone pratiche con l’obiettivo di allineare e migliorare gli standard operativi nella tutela e inclusione degli anziani in tutto il continente europeo.
La tutela e inclusione degli anziani sarà per i prossimi anni una sfida trasversale in tutta Europa in cui la CRI e i suoi partner continueranno a mantenere un impegno costante per far sì che l’invecchiamento non sia più più visto solo come le foglie cadenti degli alberi d’autunno, ma come espressione di una nuova intrinseca di vitalità e partecipazione attiva nella società, che condivide con l’autunno la medesima bellezza raccontata dal pittore Van Gogh: «Finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo».
Foto e video Kirghizistan: “Per gentile concessione della Mezzaluna Rossa Kirghisa e della Croce Rossa Svizzera”.