“È stata una esperienza senza precedenti, il miracolo della vita che resiste nella tragedia”. C’è ancora tanta emozione nella voce di Ignazio Scaduto, 59 anni, volontario della Croce Rossa del Comitato di Agrigento, nella squadra dei soccorritori che ha estratto dalle macerie Rosa Carmina, una delle sopravvissute al crollo delle palazzine a Ravanusa (Agrigento) a causa di una fuga di gas.
“Sabato sera ero impegnato in un meeting con i volontari del mio comitato – racconta Ignazio – quando il cellulare ha iniziato a squillare. Ci siamo attivati immediatamente: dopo pochi minuti abbiamo messo su una squadra e siamo partiti con l’ambulanza”.
Nella squadra dei volontari soccorritori c’era anche Simona Fiorino, 44 anni, volontaria del Comitato di Agrigento da oltre 15. “Quando siamo arrivati sul posto lo scenario era veramente terribile, macerie ovunque, sembrava una guerra. Poi intorno alle due del mattino, la richiesta da parte dei Vigili del Fuoco di una barella spinale, erano riusciti ad estrarre dalle macerie la prima sopravvissuta”.
“La prima cosa che la signora ha detto è stata: ‘Mi fa male la mano’ – ricorda Ignazio – Era cosciente e in quel momento veramente abbiamo provato tutti una grande emozione”. E poi la corsa all’ospedale con Ignazio al volante dell’ambulanza e Simona con il personale medico ad assistere la signora. “Le facevo delle domande per tenerla sveglia e allo stesso tranquillizzarla. Quando chiudeva gli occhi le dicevo ‘Rosina, apri gli occhi, fammi vedere i tuoi occhi azzurri’. Abbiamo cercato di tranquillizzarla e le ripetevo continuamente: ‘L’importante è che sei viva, non ti preoccupare ci sono i soccorritori, stanno facendo il possibile. E non appena richiudeva gli occhi ripetevo tenendole la mano: ‘Rosina dai, fammi vedere i tuoi occhi azzurri’.
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