Non ci sono valigie al Terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino. Quel poco – ricordi, beni essenziali -che è riuscito ad arrivare è raccolto in piccole buste o zainetti custoditi gelosamente. Sui volti stanchezza per i giorni in fuga, paura per le ultime ore passate a casa, tristezza per aver lasciato qualcuno indietro ma anche speranza per un nuovo inizio. Appaiono così i profughi afghani che stanno arrivando in questi giorni in Italia, grazie al ponte aereo organizzato tra Kabul a Roma. Ad accoglierli c’è la Croce Rossa Italiana che, in collaborazione con le Istituzioni italiane, sta garantendo sin dal volo uno, prima accoglienza, assistenza e orientamento a chi è riuscito a lasciare l’Afghanistan.

 “I nostri mediatori culturali aspettano queste persone sin dai primi passi in aeroporto” spiega Francesca Basile, Responsabile U.O. Migrazioni della CRI “li informano e li accompagnano ma soprattutto li rassicurano. Il nostro emblema è un simbolo di protezione e il nostro primo compito è farli sentire finalmente in salvo.” L’attività dei volontari e degli operatori della Croce Rossa continua all’interno del Terminal con la distribuzione di pasti e con attività di screening sanitario, dopo l’esito negativo del tampone Covid-19, “fondamentale per individuare, da subito, vulnerabilità o bisogni particolari per i quali attivare specifiche misure, ed assicurare una presa in carico dignitosa ed immediata.” “Stanno arrivando molti bambini, alcuni piccolissimi – continua Basile. Stiamo dando il massimo per regalargli qualche sorriso e momenti di leggerezza e svago. Un lavoro più complesso lo richiedono gli adolescenti, che hanno vissuto in maniera forse più completa il trauma. Per loro, come per gli adulti, sarà necessario un percorso di elaborazione che poteremo avanti con i nostri team di supporto psicologico”.

Le attività della CRI infatti non si fermano alla prima accoglienza in aeroporto ma continuano in tutti i centri, da Sanremo (Imperia) a Settimo Torinese (Torino, gestito direttamente dalla Croce Rossa), da Camigliatello Silano e Montescuro (Cosenza) a Roccaraso (Aquila) fino a Piacenza, Parma, Riva del Garda (Trento) e Colle Isarco (Bolzano) ed Edolo (Brescia), dove i profughi stanno trascorrendo la quarantena in attesa di una nuova sistemazione.

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