Bullismo: il messaggio di umanità di Simone, il volontario CRI offeso sui social perché disabile

“Ogni singola persona conta, è speciale e preziosa a modo suo. Chi deride spesso è arrabbiato con se stesso”

 

In questo momento di incertezza globale la evochiamo spesso quale valore universale da riscoprire. L’Umanità per gli uomini e le donne della Croce Rossa è il primo dei 7 Principi, quello che ne guida l’operato. Una delle più belle lezioni di Umanità ci arriva da Simone Bianchi, volontario CRI del Comitato di La Spezia, nato con una disabilità che non lo frena dall’essere uno sportivo, una persona socialmente impegnata e presente per il suo territorio, tuttavia preso di mira sui social network per aver condiviso un post.

Chi è Simone Bianchi, “Simi” per gli amici

“Sono volontario CRI, operatore sociale ormai da 4 anni. Lì ho capito il valore dell’aiuto e trovato una seconda famiglia. Lavoro anche in piscina come istruttore di nuoto, specialmente con i ragazzi disabili. Con la Croce Rossa stiamo mettendo in piedi un progetto per ragazzi autistici, facendo realizzare loro degli spettacoli”. 

L’episodio di bullismo

“Avevo pubblicato un video dove stavo facendo ginnastica. Il mio obiettivo era quello di invitare la gente a fare esercizio fisico durante la quarantena, per mantenersi in forma e allentare lo stress. Sono un ginnasta e pratico la pallanuoto a livello agonistico. Non mi aspettavo certe reazioni: ci hanno giocato sopra, prendendomi pesantemente in giro per i problemi che ho. Mi sono sentito preso di mira e la cosa mi ha fatto male, mi ha ferito.”

Il messaggio di Simi ai bulli

“Prima di giudicare le persone bisognerebbe guardarle dentro, perché si ignora l’aspetto più importante di ogni singolo individuo: la sua anima. L’Umanità dovrebbe essere rispettata, ogni singola persona conta, è speciale e preziosa a modo suo. Vi consiglio di farvi un bell’esame di coscienza, perché chi aggredisce è spesso arrabbiato con se stesso. In questo periodo brutto dove la gente sta morendo anche per salvare altre vite, l’ultimo dei pensieri dovrebbe essere quello offendere. La nostra realtà è fatta di tanti tasselli diversi, tutti indispensabili. Dovremmo impegnarci a far sorridere anziché far arrabbiare”.

La solidarietà da tutta Italia

“La gente continua a chiamarmi, a scrivermi sui social dicendomi di non mollare. Si sono stretti tutti intorno a me, perfino il sindaco della mia città, tanto che sui social l’hashtag #iostoconsimi è diventato un ‘tormentone’. Grazie a tutti voi per esserci”.

 
Categorie: GiovaniNews

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