Nella contea di Lamu, in Kenya, il nuovo Centro di riabilitazione dalla tossicodipendenza
“Dobbiamo essere consapevoli di come la tossicodipendenza sia una malattia e la persona che ne è affetta abbia bisogno di cure e servizi di riabilitazione, non di sentenze di imprigionamento”. Parla così Azaar, uno dei primi ospiti del nuovo Centro di Riabilitazione per le persone con dipendenza da sostanze, inaugurato lo scorso 5 aprile a Hindi, nella contea keniota di Lamu. La struttura è stata realizzata dalla Croce Rossa del Kenya in collaborazione con la CRI, la Fondazione Villa Maraini e il governo keniota, nell’ambito del progetto “Harm reduction in Lamu, phase II”, al quale la Croce Rossa Italiana lavora dal 2016.
Il centro, unico per dimensioni e offerta di servizi in Kenya e nei Paesi circostanti, fornisce un trattamento completo per la riabilitazione dalle tossicodipendenze, offrendo cure mediche, supporto psicologico, e opportunità di formazione professionale per favorire il reinserimento socio-lavorativo dei pazienti nelle comunità di provenienza. Con una capacità di 100 posti letto, la struttura garantisce servizi residenziali e ambulatoriali sovvenzionati, con un approccio comunitario centrato sulla persona.
“Questo è un traguardo molto importante, frutto della collaborazione tra la Croce Rossa Italiana e la consorella Keniota – ha detto Flavio Ronzi, Segretario Generale della CRI – e di uno scambio di formazione e buone pratiche sulla scorta dell’esperienza decennale di Villa Maraini. Qui nella contea di Lamu, una delle più difficili da raggiungere, il tema della dipendenza da droghe è molto sentito, la Croce Rossa del Kenya e la CRI hanno creduto fortemente in questo progetto. Il Centro si pone come alternativa al carcere, offrendo assistenza a soggetti tossicodipendenti nell’ottica di un programma terapeutico diverso dalla detenzione. La struttura sarà certamente un punto di riferimento e un modello di buone pratiche non solo per la Croce Rossa del Kenya ma anche per poter replicare l’esperienza in altri Paesi dell’Africa”.
Alla cerimonia hanno partecipato varie istituzioni governative e istituzionali, tra cui il Presidente della Corte Suprema David Maraga.Oltre a mitigare l’impatto dell’utilizzo e abuso di droghe e sostanze narcotiche, la Croce Rossa Keniota svolge azioni dirette a prevenire e ridurre l’incidenza patologica e la mortalità correlata all’uso di sostanze stupefacenti e a rafforzare la capacità delle comunità di affrontare la problematica e di reintegrare le persone al termine del percorso di riabilitazione.
L’abuso di alcool e droga è uno dei maggiori problemi sociali in Kenya, con evidenti ricadute sulla salute pubblica e sull’occupazione. Il 37% dei kenioti tra i 15 e i 65 anni hanno dichiarato di aver fatto ricorso a sostanze almeno una volta nella loro vita. Il numero di persone che in Kenya fa uso di droga per via endovenosa è stimato sulle 19.000 unita, 92% dei quali dipendenti dall’eroina. La metà si attesta nella zona costiera, dove il ricorso alle droghe è particolarmente diffuso tra i giovani, che fanno uso di eroina, cocaina, marijuana, khat e alcool. Tra i fattori che contribuiscono alla gravità del fenomeno, il facile accesso alla droga, l’alto tasso di abbandono scolastico, la disgregazione sociale delle famiglie.
Inoltre, come ribadito durante la cerimonia da Abbas Gullet, Segretario Generale della Croce Rossa del Kenya, in città come Lamu e Malindi, negli ultimi anni, il tasso di disoccupazione è drammaticamente aumentato e il rischio di attacchi terroristici ha danneggiato l’industria del turismo, ponendo la popolazione giovanile di queste contee in una situazione di crescente vulnerabilità.