Le testimonianze che arrivano direttamente dal distretto di Donggala, l’area più vicina all’epicentro del terremoto di magnitudo 7.4 che ha colpito l’isola di Sulawesi venerdì scorso, provocando uno tsunami che ha travolto persone e cose, parlano di scene da incubo con edifici risucchiati e sopravvissuti terrorizzati.

L’intervento della Croce Rossa Indonesiana

Le squadre di soccorso della Croce Rossa indonesiana (Palang Merah Indonesia o PMI) e le autorità governative sono riuscite a raggiungere le zone che hanno subito maggior danni. Si lavora 24 ore su 24 per cercare di arrivare a tutte le comunità che sono rimaste isolate per giorni e portare quanti più rifornimenti e soccorso possibili.

L’appello della Federazione

La Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) ha lanciato subito un appello, che fa seguito a quello dopo il terremoto a Lombok, per cercare di ottenere 22 milioni di franchi, fondi mirati a supportare un totale di 160 mila persone per entrambe le emergenze e per i prossimi 20 mesi.

Intanto la FICR è intervenuta immediatamente con 750mila franchi, presi dal suo fondo di emergenza per i disastri per sostenere l’operazione della Croce Rossa indonesiana che, con quasi 200 persone tra volontari e staff, sta conducendo attività di ricerca e soccorso, fornendo assistenza medica, distribuendo beni di prima necessità. Sono state attivate anche le squadre di supporto psicologico per i sopravvissuti terrorizzati. Continuano infatti le scosse di assestamento, come quella delle 2 di stanotte (ora italiana) di magnitudo 5.9 che ha colpito l’isola di Sumba.

Intanto cresce il numero delle vittime che, solo nelle ultime ore, è salito a oltre 1200 persone come annunciato dalla National Disaster Mitigation Agency.

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