Clownerie: a Roma primo retraining CRI per direttori di corso

Quando essere un clown non significa soltanto avere il naso rosso

 Clownerie: a Roma primo retraining cri per direttori di corso  

“Essere un clown non significa soltanto indossare il naso rosso – spiega Paola Fioroni, Consigliere Nazionale della Croce Rossa Italiana –  ma aver intrapreso un grande percorso di consapevolezza ed empowerment”. Questo perché i volontari vestiti da clown della Croce Rossa Italiana hanno un compito molto importante: operano nel settore socio-assistenziale e sanitario per alleviare la sofferenza delle persone e migliorare la qualità della vita dei soggetti in condizione di disagio e vulnerabilità. Un compito molto delicato quello dei “Patch Adams di CRI” che richiede molto impegno e, soprattutto, grande sensibilità e preparazione: ecco perché la Croce Rossa Italiana ha organizzato a Roma, presso la sede del Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale, lo scorso 2 e 3 settembre, il primo Retraining per Direttori di Corso di Attività di Clownerie. L’incontro ha avuto lo scopo di aggiornare i volontari con qualifica di Direttore circa la pianificazione e conduzione di un corso per Operatori del Sorriso, nonché di allineare metodologie didattiche e buone pratiche. All’aggiornamento sono stati convocati i 22 volontari, provenienti da tutta Italia, che hanno conseguito la qualifica nei due Training per Direttori svolti nel 2012 a Marco di Rovereto e nel 2016 a Bologna. E’ stato un momento di formazione importante che ha dato la possibilità ai partecipanti di confrontarsi e di aggiornarsi, anche in relazione al processo di allineamento e uniformazione dei percorsi formativi in Area Sociale. Molti i temi trattati, non solo con un approccio didattico, ma anche attraverso momenti di discussione ed esercitazioni di gruppo.“Questo Retraining – conclude Paola Fioroni –  è nato dalla necessità di rispondere a un’esigenza di tutta la CRI: parlare un linguaggio comune e condiviso, perché anche se i bisogni dei vari territori sono diversi, l’Associazione deve esprimersi in maniera univoca e secondo i suoi Principi inderogabili. La formazione deve essere al servizio delle attività e deve trasmettere competenze utili ai bisogni dei comitati e rispondere alle vulnerabilità che essi accolgono ogni giorno”.

Categorie: NewsSociale

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