SOLFERINO 2010 – Jordì, oltre mezzo secolo in Croce Rossa. “Volontario dall'età di 12 anni, In Spagna dopo la guerra civile non potevamo mangiare”


Jordi Moristi Tomas

Jordì nel 1948 ha 12 anni, vive a Igualada un paesino vicino Barcellona in Spagna. La sua terra ha vissuto il dramma della guerra civile e nonostante siano passati alcuni anni il dolore è presente nei cuori della gente. Le ferite non si sono ancora rimarginate. Jordì a quel tempo è solo un bambino, ma conosce già cosa significano le parole guerra, fame e morte, gratitudine e riconoscenza verso chi, in quegli anni tristi ha dato da mangiare a lui e alla sua famiglia. Così giovanissimo decide di diventare un volontario della Cruz Roja, la Croce Rossa Spagnola. Oggi Jordì Moristi Tomas è un bel signore di 74 anni, responsabile della CR della Catalogna ed è orgoglioso di raccontare di essere stato uno dei pochi ad avere ricevuto la medaglia d’oro, un’onorificenza conferita dalla Croce Rossa Spagnola per anzianità e per meriti. Il Sig. Moristi Tomas in questi giorni ha ricevuto anche un altro titolo, forse non prestigioso come il precedente, ma certamente  un ulteriore “attestato di fedeltà” all’associazione di cui da 62 anni veste l’emblema: è la persona con più primavere presente al Villaggio umanitario di Solferino 2010. Fa tanto caldo al campo, gli idranti passano per dare un po’ di refrigerio, ma lui va tranquillamente a spasso per il villaggio, si intrattiene con il suo gruppo di viaggio, saluta i vecchi amici che ritrova in Italia. “Il segreto”? Gli chiediamo con un pizzico di invidia. La risposta arriva con un gesto: porta la mano all’altezza del cuore, sul simbolo della Cruza Roja.”Tutto è nato qui – racconta – in questi luoghi c’è lo spirito della Croce Rossa. Sono 9 anni che partecipo alla fiaccolata e sono 9 anni che mi reco al Memoriale a pregare per chi non c’è più. Tutte le volte non posso non commuovermi e avere i brividi – l’emozione traspare anche in questo momento – se penso a tutte quelle morti provocate anche da lievi ferite. Oggi quelle persone sarebbero state salvate e questo grazie alla Croce Rossa. Solferino rappresenta questo: uno spartiacque con ciò che non sarebbe più dovuto accadere. Non mi riferisco solo alle guerre, ma alla vita di ogni giorno, nella quale è importante essere sempre vicini ai più deboli”.Spontaneo domandare al Signor Jordi, che è volontario da più di mezzo secolo, “appuntamento all’edizione 2011”? Accenna un sorriso e poi “certo però non voglio tornare da responsabile di un gruppo, voglio più tempo libero”.

  

  

          

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