Soccorso a un passeggero
Come accennato nei giorni scorsi, durante il viaggio di trasferimento da Vienna a Tblisi del nucleo di personale vds che ho l’onore di dirigere siamo stati interessati, durante la notte, dagli assistenti di volo per un improvviso malessere di un viaggiatore. Il medico Porelli ha prestato i soccorsi insieme alla volontaria De Martin. Prima di lasciare l’aereo, una volta giunti a Tblisi, il comandante dell’aeromobile e il personale dell’equipaggio hanno manifestato parole di elogio per la tempestività e professionalità, dal personale tutto, dimostrata nel corso della notte. Allego quindi alla presente una piccola relazione redatta dal dr. Porelli ed una foto scattata nel campo, per ogni eventuale rilievo che si vorrà dare a mezzo stampa. Capitano CRI Antonio Morrone Croce Rossa Italiana – Servizio 2° Interventi Emergenze Ufficio Protezione Civile
Relazione del dr. Porelli
Da quando è squillato il telefono e la Croce Rossa mi ha allertato, sono passati alcuni giorni. Ora mi trovo in Georgia e già un evento mi ha lasciato comprendere che questo viaggio sarà diverso dal comune. “Ho conosciuto i miei colleghi a Legnano presso il centro di protezione civile della CRI e che faranno parte, con me, della missione: Antonio Morrone, Claudio Allegra, De Martin Barbara, De Venezia Antonino, Luicia Fiotto, Careglio Giulio e Luigi Lugoboni. Quasi tutti hanno tante missioni internazionali alle spalle, come me, e hanno maturato tantissime esperienze nel settore dei soccorsi. “Durante il volo Vienna-Tbilisi ero riuscito a dormire qualche minuto, in movimento dalla mattina presto, la tensione per le tante incognite della nuova missione si era allentata. Risvegliato non so come dal mio limbo, accertato che non sognavo, capisco che c’è urgente bisogno di me: un passeggero ha problemi e non ci sono altri medici sull’aereo. “Al fondo del corridoio, nella cucinetta, trovo un uomo, di mezza età, a terra. E’ un uomo robusto e altro, la stanzetta è satura di persone, una hostess gli tiene, non senza qualche problema, le gambe sollevate. “Il paziente è pallidissimo, sudato e con molti brividi. Temo per una colica renale, o peggio, un infarto. Mentre riordino le idee, Barbara ricostruisce l’accaduto: l’uomo è in viaggio da un giorno, ha bevuto molto poco ed ha appena mangiato sull’aereo, bevendo una lattina di birra. “La schiuma della birra gli ha sovradisteso lo stomaco provocandogli una seria reazione vagale – il polso e la pressione sono da neonato, lo avvolgiamo il meglio possibile con la copertina di bordo. Coccolato e attorniato da belle signorine, è sufficiente fargli bere acqua e zucchero. In 30 – 40 minuti si è ripreso e si è rialzato appena in tempo per l’atteraggio. Ho escluso il bisogno dell’ambulanza sulla pista. “Il personale di bordo, soddisfatto del nostro provvidenziale aiuto, ci ha donato alcuni generi di conforto. “Immagino che siamo “presentati” bene, speriamo sia anche un buon augurio per la riuscita della missione Georgia…” Piero Porelli