Roma, operatore CRI fuori servizio salva un uomo senza fissa dimora caduto nel fiume Tevere
Grazie al tempestivo intervento di un operatore della Croce Rossa fuori servizio, a Roma un uomo senza fissa dimora, caduto per cause ancora da accertare nel fiume Tevere e trascinato via dalle acque, è stato salvato dall’annegamento. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi. Eugenio Venturo, 43 anni, in forza al Servizio Attività d’Emergenza nella sede nazionale della Croce Rossa, stava percorrendo nel tardo pomeriggio la pista ciclabile lungo la riva esterna del fiume Tevere, all’altezza di ponte Testaccio, quando ha visto che in balia delle correnti c’era un uomo che chiedeva aiuto agitando le mani nel tentativo di attirare l’attenzione e rimanendo a galla con grande difficoltà. L’operatore della CRI non ci ha pensato due volte: ha allertato subito il 112 raggiungendo in fretta il punto del fiume dove si trovava l’uomo, ha lasciato bicicletta ed effetti personali a una passante ed è sceso nel Tevere attraverso un cumulo di fango, arbusti, radici, detriti; entrando solamente con i piedi e una gamba in acqua, ha agganciato il malcapitato mentre, con la mano sinistra, si teneva saldamente a una roccia; il clochard, in stato di shock, è stato quindi portato in salvo dai Sommozzatori dei VVdF di Porto Fluviale e in seguito trasportato dalla Croce Rossa di Ponte Testaccio all’ospedale San Camillo, dove gli sono state prestate le cure del caso.