Nuovo dramma dei migranti sulle coste libiche. Il Presidente CRI Rocca a L’Avvenire: “Una tragedia che poteva essere evitata”

  I corpi dei migranti recuperati dopo il naufragio al largo delle coste libiche  

Di fronte al nuovo drammatico naufragio verificatosi al largo delle coste libiche, con il ritrovamento di 74 salme di persone migranti sulle spiagge della zona di Al Harsha a Zawiya, il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, ha espresso al quotidiano “L’Avvenire” tutta la sua amarezza, che scaturisce anche dall’accordo firmato lo scorso 2 febbraio tra il governo italiano e quello libico.“Non c’è soluzione alla loro disperazione. Hanno fatto l’accordo – dichiara Rocca – e ora muoiono. Mi spiace che si pensi sempre e solo al binomio immigrati – sicurezza. Quei 74 morti sono una tragedia che poteva essere evitata se si fossero istituiti corridoi umanitari e se non si fosse pensato solo alla sicurezza, siglando un accordo con un Paese che è ben lontano dal garantire protezione a queste persone che fuggono dalla violenza e dalla guerra”.

  Operatori della mezzaluna rossa accanto alle 74 le salme recuperate dopo il naufragio dell'imbarcazione con a bordo persone migranti  

E proprio sui corridoi umanitari si concentra l’analisi del Presidente della Croce Rossa Italiana: “Il tema di non garantire canali umanitari sicuri e legali crea questa spinta, con trafficanti sempre più spericolati e spregiudicati. Si tratta di persone senza scrupoli che caricano centinaia di persone su imbarcazioni che sono poco più che canotti sgonfi e insicuri, di fabbricazione cinese, che prendono acqua in un attimo”.In merito alla triste sorte delle 74 persone migranti, Rocca aggiunge: “Non sappiamo se sono morti perché gli scafisti hanno rubato il motore e li hanno abbandonati in mezzo al mare o perché sono semplicemente affondati. La cosa certa è che sono morti. Ogni volta – conclude – siamo qui a piangere i morti senza però dare una dignitosa risposta ai vivi. Una risposta che i paesi occidentali devono dare, anche eticamente”.

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