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Migranti: arriva a Roma il Tracing Bus

Una cabina telefonica mobile per ritrovare i propri familiari

Appuntamento con la stampa lunedì 6 marzo in via Ramazzini 15 dalle 12 alle 14

  Un ragazzo sorride mentre parla al telefono nel tracing bus della Croce Rossa, ufficio mobile che aiuta i migranti a mettersi in contatto con le proprie famiglie. Foto: Emiliano Albensi  

Aisha è arrivata dalla Costa d’Avorio, al telefono rivela alla madre di essere stata imprigionata e violentata in Libia, “però con la testa ero lì al villaggio, mamma, solo il mio corpo era di quegli uomini”. E poi prega la madre di fermare le ragazze che vogliono intraprendere il suo stesso viaggio, “perché in Libia è un inferno”.Moussa invece è maliano, è riuscito finalmente a parlare con la moglie dopo tre lunghi mesi di silenzio ed ha scoperto di essere diventato papà. Anche Gilbert non parlava con il padre da diversi mesi e quando ha sentito la sua voce al telefono non è riuscito a trattenere le lacrime.

  Un ragazzo sorride mentre parla con i propri cari. Foto: Emiliano Albensiil volto raggiante di un ragazzo che parla al telefono con i propri cari. Foto: Emiliano AlbensiUn ragazzo parla al telefono, dietro di lui un operatore della Croce Rossa. Foto: Emiliano Albensi  

Queste e tante altre sono le storie che si nascondono dietro le telefonate del Tracing Bus, ufficio mobile della Croce Rossa, a bordo del quale rifugiati, richiedenti asilo e persone migranti hanno la possibilità di ristabilire un collegamento con i propri familiari, usufruendo di una telefonata di tre minuti e del supporto di operatori e volontari della CRI.

  Il tracing bus della Croce Rossa in una delle tappe in Italia. Foto: Emiliano AlbensiUna volontaria di Croce Rossa sorride all'entrata del tracing bus. Foto: Emiliano Albensi Ragazzi migranti e volontari Croce Rossa nel Tracing Bus, l'ufficio mobile per rintracciare le proprie famiglie. Foto: Emiliano AlbensiUna volontaria Croce Rossa osserva una collega che parla con un ragazzo nel tracing bus. Foto: Emiliano Albensi  

Ogni anno, infatti, migliaia di persone perdono il contatto con la famiglia a causa di conflitti, calamità naturali o migrazione. Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, avvalendosi della loro rete internazionale, lavorano in tutto il mondo per ripristinare il contatto tra i familiari e offrire assistenza e servizi per il ricongiungimento.

  Un ragazzo parla al telefono. Dietro di lui una volontaria Croce Rossa. Foto: Emiliano Albensi Una volontaria di Croce Rossa osserva un ragazzo che parla al telefono con i propri cari nel tracing bus. Foto: Emiliano AlbensiUn ragazzo dopo aver composto il numero aspetta che i suoi cari gli rispondano al telefono. Foto: Emiliano AlbensiOperatrici Croce Rossa assistono un uomo durante la chiamata alla famiglia nel Tracing Bus. Foto: Emiliano Albensi  

Il progetto “Tracing Bus” è stato ideato dalla Croce Rossa olandese e reso possibile grazie ad una collaborazione con Vodafone Olanda. Il camper è stato messo a disposizione della consorella italiana ed è operativo nel nostro Paese dalla fine di gennaio.Il camper è già stato nei principali luoghi di transito di migranti della Penisola (la Sicilia, Como, Milano, Ventimiglia, Taranto), facendo registrare numeri importanti. Finora sono stati oltre mille i tentativi di collegamento con quasi il 60% di telefonate andate a buon fine.In questi giorni il Tracing Bus è a Lampedusa e lunedì 6 marzo arriverà nella sede della Croce Rossa Italiana di via Ramazzini a Roma, che ospita persone migranti.Appuntamento con la stampa lunedì 6 marzo in via Ramazzini 15 dalle 12 alle 14

  

  

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