La storia di Youssef, la storia di un sogno
@CRI Liguria via FB
Ventimiglia Campo Roya – Sabato 23 luglio, io e Simona, insieme ai colleghi dell’ RFL della Lombardia, Alessia, Francesco, Alessandro e Roberto (che da quando ha aperto il Campo, ogni weekend vengono in Liguria ad aiutarci), ci accingiamo a iniziare le pratiche di routine per il consueto servizio di Restoring Family Links al Campo Roya di Ventimiglia e dopo aver fatto effettuare un discreto numero di chiamate agli ospiti, veniamo colpiti dalla telefonata di un ragazzo giovanissimo che sta dicendo alla sua mamma in Ciad che lui sta bene e che si trova in Italia. Toccati dalla telefonata, Francesco e io ci rechiamo subito presso la Segreteria del campo per chiedere informazioni sul giovane ospite: Youssef, uno sguardo e un sorriso di quelli che ti riempiono il cuore e un caratterino molto, molto determinato.Youssef ci racconta di lui (parla in francese): viene dal Ciad e grazie al perfetto francese di Roberto (uno degli operatori lombardi RFL), scopriamo che là ha lasciato la sua famiglia già da un po’ di tempo e che per pagarsi il passaggio in Italia ha dovuto lavorare per più di otto mesi in Libia facendo il garzone in un negozio e risparmiando su tutto, compreso il mangiare.Ma Youssef che ha le idee molto chiare, ci dice che vuole studiare, vuole diventare medico per tornare un giorno tra la sua gente e aiutarla, ma non vuole farlo qui in Italia, vuole raggiungere la Francia, vuole andare a Parigi dove lo aspettano altri familiari e amici. Youssef vuole rischiare, vuole attraversare il confine perché oltre quella frontiera c’è il suo “dream”, il suo sogno che lo aspetta.Parliamo con lui di questo e altro, raccomandandogli di stare attento e chiedendogli perché non lo realizza qui, il suo sogno. Ma Youssef non demorde, vuole andare in Francia. Dal suo sguardo capiamo che, forse, ogni nostra parola è superflua, lui ha in testa un solo pensiero, un pensiero che ha un nome, “Francia”.Youssef sa che tutto quello che vuole è lì, a pochi chilometri dal Campo Roya e non molla, non si ferma e non torna indietro. Non abbandona il suo sogno. Stringe amicizia con noi, in particolare con Roberto, al quale chiede il numero di telefono. Mentre parliamo ci guarda negli occhi e con il suo sguardo ci illumina il cuore, ci dice che si sta già preparando per partire (anche se non ci dice quando di preciso).Youssef sa che il suo sarà un altro lungo viaggio da affrontare a piedi come quello fatto per lasciare la sua terra perché (e in questo caso noi diciamo “fortunatamente”) non ha i soldi per pagarsi il “passaggio”, quel passaggio che i “passeur” offrono a chi ha abbastanza denaro per essere trasportato oltre confine come “merce” clandestina stipata in furgoni o automobili spesso picchiati e derubati o lanciati dalle auto in corsa sulle montagne italiane.Ma Youssef, che sa quello che vuole, non ha affrontato il mare e rischiato la sua vita per fermarsi a Ventimiglia, non demorde. Passano i giorni e tutti noi torniamo alla nostra vita di sempre, ma Youssef, che è tosto, nonostante sapesse che quel confine era ormai troppo sorvegliato e troppo controllato, lo ha superato e appena ci è riuscito ha chiamato Roberto per dargli la bella notizia chiedendogli di condividerla con tutti noi. Siamo felici per te caro Youssef e ti auguriamo che la stessa determinazione e caparbietà che hai dimostrato fino a oggi, nonostante la giovane età, tu la possa avere anche nello studio (ma ne siamo sicuri!) e tiferemo per te affinché tu riesca a raggiungere e realizzare il tuo “Dream”, quel Sogno che, anche se per pochi giorni, hai voluto condividere con noi, con quelli che la croce ce l’hanno soprattutto nel cuore e non solo sulla divisa.Ciao Dottore!Giovanni D’ Andrea Referente RFL CRI Liguria