Integrarsi si può: “lavori in corso” nel centro Cri di Bresso
Di Emiliano AlbensiIl via vai a “piazza d’armi” è incessante. Nel piazzale che un tempo era principale luogo di ritrovo all’interno della caserma Aldebaran – oggi Centro di Accoglienza Straordinaria per migranti gestito dalla Croce Rossa Italiana – è un brulicare quotidiano di ragazzi che vanno e vengono: chi verso una lezione d’italiano, chi di ritorno da un corso di formazione professionale. Intanto, negli uffici, si affollano le idee – da trasformare in progetti – nella mente dell’eclettica Gabriella Salvioni.E molte di queste già sono diventate programmi educativi, formativi e ricreativi volti a favorire l’inserimento sociale delle persone migranti nel nostro Paese e lo sviluppo di un’autonomia che si rivela per loro essenziale una volta fuori dal circuito dell’accoglienza.
Ogni giorno, nelle aule del Centro, i quaderni dei ragazzi si riempiono di appunti: “barbiere”, “macellaio”, “chiedere”, “prendere”. Sono motivati, curiosi e così tanto desiderosi di apprendere la nostra lingua da fare a gara per rispondere ai quesiti di Marco, Ervis e dei docenti che tengono le lezioni in aule dotate di supporti multimediali (videoproiettori e connessione internet). Le classi sono suddivise per livelli di competenza, partendo dall’alfabetizzazione fino al livello A2.
“Abbiamo anche una piccola biblioteca costruita grazie alle donazioni”, racconta Marco Pinto, uno degli operatori della Croce Rossa, mostrando con orgoglio la parete piena di libri in lingua italiana, inglese e francese e dizionari, ma, soprattutto, il registro dei prestiti. “Guarda! Leggono Baudelaire, Foucault, Pennac. Roba da far invidia ad una biblioteca nazionale”.
Carolina e Olga sono invece l’assistente legale e quella sociale. Il loro ufficio è sempre molto affollato. A frequentarlo sono gli ospiti del Centro, in cerca di risposte sulle tappe del loro percorso giuridico.
Attualmente il 72% dei migranti del CAS di Bresso è ancora in attesa di una data per lo svolgimento dell’audizione dinnanzi la Commissione territoriale per la protezione internazionale o sono in attesa di riceverne l’esito.
“Il primo problema è riuscire a farsi capire. Dobbiamo parlare un inglese e un francese tutti ‘particolari’”, confessa Carolina, che, dietro i suoi occhialetti, svela pazienza e efficienza, con un sorriso rassicurante per questi ragazzi così confusi davanti alla nostra burocrazia. Carolina e Olga li invitano a studiare l’italiano – “perché può essere d’aiuto davanti alla commissione che valuterà la loro richiesta d’asilo” – e a frequentare i corsi di formazione professionale.Muratore, giardiniere, sarto, fornaio. Sono molte le opportunità che, quest’anno, la Croce Rossa Italiana ha messo a disposizione di queste persone migranti per favorirne l’inserimento nel contesto sociale.
Grazie ad un accordo con la Scuola Professionale d’Arte Muraria di Milano, dall’inizio del 2016 sessantaquattro migranti hanno potuto apprendere le basi per le professioni di muratore, imbianchino e piastrellista.Nell’ottobre scorso è partito anche un corso sperimentale di giardinaggio – in collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza – che ha coinvolto venticinque ospiti. Mentre, nello stesso mese, quattordici ragazzi migranti hanno iniziato un corso per panificatori tenuto dal Politecnico del Commercio e del Turismo di Milano e altri cinque, ago e filo in mano, hanno intrapreso un percorso di orientamento al lavoro di sarto.
Tuttavia, a qualsiasi latitudine e longitudine, il più grande veicolo di integrazione e scambio tra culture resta sempre lo sport. Ed è per questo che nel novembre scorso l’Associazione Sportiva Dilettantistica Bresso4 ha lanciato il progetto “United for Sports”, facendosi promotrice della creazione di una squadra di calcio dilettantistica composta da trentadue ospiti del CAS di Bresso.
“Svolgiamo allenamenti due volte a settimana per permettere a questi ragazzi di divertirsi, ma, soprattutto, sentirsi parte della comunità bressese”, spiega l’allenatore Alessandro Milani.