Il Diritto Internazionale Umanitario e i principi umanitari non sono negoziabili. La Siria non fa eccezione. Se non si rispettano, sono impossibili attività significative di assistenza e di protezione

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@Ibrahim Malla (IFRC)

di Peter Maurer, Presidente del Comitato Internazionale della Croce RossaHo seguito con interesse e preoccupazione i recenti sforzi per portare assistenza ed evacuare i civili dalla città vecchia di Homs. Mentre da un lato sono felice ovviamente per ogni persona il cui destino cambia per il meglio, per ogni persona che è in grado di lasciare una situazione difficile come quella a Homs, dall’altro sono preoccupato per le condizioni in cui le evacuazioni hanno avuto luogo e sul numero di persone che rimangono intrappolate e senza aiuto tra le linee del fronte in tutta la Siria. Nel corso dell’anno passato il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e la Mezzaluna Rossa Siriana (SARC) hanno ripetutamente tentato di accedere a Homs e in altre zone assediate per portare agli abitanti il tanto indispensabile aiuto, ma le trattative con le autorità siriane e i gruppi di opposizione non hanno portato ad ottenere un accesso significativo o un fermo impegno a rispettare i principi fondamentali del Diritto Internazionale Umanitario. Questo schema era di nuovo attuale a Homs la scorsa settimana.Mentre la città vecchia di Homs è diventata emblematica della condizione dei civili siriani, al momento ci sono un numero di altre cosiddette zone assediate in Siria con oltre un milione di abitanti che vivono in condizioni estremamente difficili. Mentre la violenza continua a crescere e le condizioni di sicurezza per i civili a peggiorare, è un imperativo consentire alle nostre squadre di lavorare in modo neutrale, imparziale e indipendente, in conformità con i principi del Diritto Internazionale Umanitario, che si applicano in Siria.La situazione a Homs e in altre aree assediate è molto complessa, ma i principi fondamentali del diritto sono semplici. Le parti hanno la responsabilità principale di provvedere ai bisogni primari della popolazione sotto il loro controllo, indipendentemente dalla loro età o sesso. Qualora le parti non possano soddisfare tali esigenze, deve essere autorizzato un intervento umanitario imparziale e quando la situazione umanitaria lo richiede, si deve permettere di evacuare le persone che vogliono lasciare una zona per cercare sicurezza altrove. Se il lavoro umanitario deve essere significativo ed efficace, deve essere sostenuto dalle parti. Esse devono consentire e agevolare il passaggio rapido e senza ostacoli di aiuti umanitari imparziali per i civili in difficoltà e garantire che tutti i feriti e i malati ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno. Ciò significa effettuare più di una tantum di distribuzioni e operazioni: si richiede l’accesso ripetuto alle zone interessate dai combattimenti.Gli operatori umanitari che lavorano a Homs la scorsa settimana operavano in condizioni di sicurezza estremamente impegnative. Il CICR, la Mezzaluna Rossa Siriana e altre organizzazioni umanitarie possono svolgere solo queste attività essenziali salva-vita, se tutte le parti sono d’accordo sulla nostra presenza e garantiscono di rispettare e proteggere gli operatori umanitari, il personale medico e quelli con l’emblema della Croce Rossa o Mezzaluna Rossa, come richiesto dal Diritto Internazionale Umanitario.Capire la situazione sul campo e avere accesso alle vittime è fondamentale per un’azione umanitaria efficace. A Homs, Moaddamiya, Yarmouk e Barzeh, noi, non le parti, dobbiamo valutare le condizioni di sicurezza e decidere se possiamo procedere con i soccorsi oppure no. Le squadre del CICR e della SARC devono essere in grado di entrare in queste zone e avere un contatto diretto con le persone interessate dal conflitto per valutarne i bisogni. Fare una valutazione approfondita richiede tempo. Ci deve essere consentito di effettuare ripetute visite sul campo nelle aree assediate – come facciamo nei luoghi di detenzione in cui ci è permesso – se vogliamo essere in grado di rispondere realmente ai bisogni e di monitorare l’evoluzione della situazione. In sostanza, ci deve essere concessa la libertà di movimento necessaria per compiere correttamente il nostro lavoro, anche in caso di necessità militari categoriche, i nostri movimenti a volte possono essere temporaneamente limitati.

  

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@Ibrahim Malla (IFRC)

Tradizionalmente le nostre squadre non operano con scorte armate. Questo significa che la tregua nei combattimenti deve rimanere in vigore per tutto il tempo previsto dall’accordo. Come in altre situazioni, ci deve essere autorizzato il contatto diretto con i rappresentanti di ciascuna delle parti, se vogliamo evitare equivoci circa le condizioni di cui abbiamo bisogno per operare in modo sicuro ed efficace. I negoziati diretti con i comandanti militari locali sono pertanto essenziali per effettuare le operazioni di soccorso anche se già concordate. Fornire aiuti esclusivamente sulla base dei bisogni rimane una pietra miliare della filosofia operativa del CICR ed è essenziale che le nostre squadre su Damasco, Tartous e Aleppo abbiano la possibilità di fornire assistenza in modo imparziale. In posti come Homs è d’obbligo anche che tutti i feriti e i malati, i civili e i combattenti allo stesso modo, ricevano le cure mediche necessarie nel momento in cui ne hanno bisogno.Le evacuazioni non sono la soluzione a ogni problema umanitario, anche se le autorità siriane e i gruppi di opposizione devono permettere ai civili di andarsene in aree più sicure. Coloro che, per qualunque motivo, scelgono di rimanere nelle loro case, sono comunque protetti dal Diritto Internazionale Umanitario e non devono essere attaccati. Se i civili vengono sfollati, poi deve essere adottata ogni possibile misura per garantirgli ripari, igiene, salute, sicurezza, alimentazione e che le famiglie non siano divise.Chiunque sia detenuto dopo l’evacuazione deve essere trattato umanamente in ogni momento e deve poter contattare i familiari. Inoltre i nostri delegati dovrebbero essere autorizzati a registrare i detenuti in modo che possiamo seguire la loro sorte per ripristinare e mantenere i contatti con la famiglia quando necessario. Continuiamo a negoziare con le autorità siriane e le altre parti per avere accesso ai luoghi di detenzione in tutto il paese.Durante una recente visita a Damasco, ho accolto con favore le dichiarazioni del governo siriano che ha riconosciuto la necessità di una maggiore assistenza umanitaria per tutte le vittime del conflitto. Ho anche ribadito il nostro impegno a espandere la nostra presenza operativa e a fare molto di più a fronte di un peggioramento della situazione umanitaria, anche per persone detenute in relazione al conflitto. Siamo pronti a partecipare a ulteriori evacuazioni di civili siriani, ma le nostre condizioni restano quelle di sempre: le parti devono essere d’accordo nel garantire in ogni momento un passaggio sicuro alle squadre del CICR e della SARC; e noi non offriremo i nostri servizi a meno che l’evacuazione non sia volontaria.

  

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