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Giornata Mondiale del Migrante, l’appello del Vice Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca: “Nessuno è nato per essere uno schiavo”

Migranti
@Marco Alpozzi

Ventuno milioni di persone sono vittime del traffico di esseri umani e di una schiavitù moderna, ma è una questione che ci riguarda tutti.  Il reato di tratta di esseri umani interessa quasi tutti i paesi, ma gli aspetti alla base del fenomeno vanno compresi per aiutarci a capire l’entità del problema e a contrastarlo. Capire ci aiuterà a sviluppare progetti di prevenzione, riabilitazione e reinserimento per le vittime di questo traffico.La tratta di esseri umani è una delle forme di schiavitù più diffuse nel XXI secolo. Dobbiamo riconoscere che la ‘schiavitù’ esiste ancora nel 2014 e che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini esposti allo sfruttamento a causa delle loro condizioni di povertà e vulnerabilità. La moderna schiavitù assume molte forme, quali ad esempio il lavoro non retribuito o sottopagato, le adozioni illegali dei bambini, il contrabbando di organi, l’accattonaggio forzato, la servitù domestica e i falsi matrimoni. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), circa 21 milioni di persone sono vittime della tratta per questi e altri scopi.Gli studi sostengono che almeno il 70 per cento delle vittime sono donne e bambini.Per i trafficanti questa è una delle attività più redditizie del mondo e si stima che generi un giro di affari pari a 32 miliardi dollari all’anno. In effetti rappresenta il terzo ‘business’ più redditizio – dopo la vendita di droga e di armi – in tutto il mondo.Mentre la maggior parte delle vittime della tratta sono sottoposte a sfruttamento sessuale, altre forme di abuso stanno diventando sempre più comuni. Il mercato del lavoro forzato – un’ampia categoria che comprende la produzione, la pulizia, la costruzione, la ristorazione, il lavoro domestico e la produzione tessile – è aumentato costantemente negli ultimi anni. Circa il 40 per cento delle vittime registrate tra il 2010 e il 2012 sono state coinvolte in questo tipo di traffico.La tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento, che non sia di tipo sessuale né per il lavoro forzato, è in aumento. Alcune di queste forme, come il commercio di minori per la lotta armata, la microcriminalità o l’accattonaggio forzato, sono problemi significativi in alcune località, anche se a livello globale sono ancora relativamente limitati.Ci sono notevoli differenze territoriali nelle forme di sfruttamento. Mentre il traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è presente più spesso in Europa e in Asia centrale, il lavoro forzato è più comune in Asia orientale e nel Pacifico. E nelle Americhe, i due tipi vengono registrati in proporzioni simili.Oltre il 90 per cento dei paesi tra quelli coperti dall’UNODC contrastano il traffico di esseri umani. Molti hanno adottato una nuova normativa, o aggiornato la vecchia, dopo l’entrata in vigore del Protocollo delle Nazioni Unite contro la tratta di persone nel 2003. Anche se questo progresso legislativo è notevole, c’è ancora molto da fare. Nove paesi non hanno alcuna  legislazione in merito, mentre altri 18 hanno una legislazione che copre solo alcune vittime o certe forme di sfruttamento. Alcuni di questi paesi sono grandi e densamente popolati; più di 2 miliardi di persone non hanno la piena protezione del protocollo sul traffico di esseri umani.Quindi in questo secolo della globalizzazione siamo tutti chiamati a costruire un futuro migliore unendoci insieme nella lotta contro tutte le forme di povertà, la discriminazione, lo sfruttamento e la disuguaglianza per costruire una società in cui ognuno è accettato, considerato, rispettato e apprezzato. Nessuno è nato per essere uno schiavo. Chi è trattato come tale deve essere salvato, riabilitato e reintegrato per la costruzione di un mondo nuovo e migliore, nel quale ognuno di noi ha un importante ruolo da svolgere.La tratta di esseri umani, lo sfruttamento e la schiavitù riguardano tutti, e noi vogliamo un sistema economico forte che offra opportunità a tutti e che ricompensi il lavoro equamente. I governi hanno già fatto molto per affrontare il problema da un punto di vista legale, ma i trafficanti devono essere catturati e le loro vittime protette e riabilitate. E infine, dobbiamo mettere l’istruzione al centro del nostro nuovo programma di sviluppo globale, in modo che tutti capiscano l’impatto che ha questo commercio di vite umane e abbiano le necessarie conoscenze per porvi fine.

  

  

          

Categorie: News

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