CRONACHE DA HAITI. CROCE ROSSA: NON SPEGNETE I RIFLETTORI SULLA CATASTROFE

Port au Prince (Haiti) – Ruspe, cavi elettrici, tende, generatori, camion. E tanta polvere. Qui al nuovo campo della Croce Rossa gli operatori italiani lavorano senza sosta per garantire in pochissime ore l’apertura della nuova struttura. Ieri il convoglio con tutto il materiale si è ricongiunto con il resto del gruppo, qui la congestione degli arrivi degli aiuti umanitari porta ad inevitabili ritardi. Riunione mattutina, dopo la sveglia alle 6, per fare il punto della situazione. E poi tutti al lavoro. A vedere la scena con occhi esterni, è a dir poco impressionante: pochi uomini che si intendono con un solo sguardo, ognuno sa quello che deve fare, le tante missioni fatte insieme hanno cementato un gruppo pronto ad operare in qualunque situazione. Intanto nel primo campo costruito in piena emergenza, la sala operativa continua a dispiegare le Eru (Emergency Response Unit – Unità di risposta alle emergenze): nella storia della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è il dispiegamento più imponente nello stesso Paese. E poi le distribuzioni di cibo, acqua e kit igienico sanitari alla popolazione. Insieme ai medicinali che non bastano mai. Ora qualche nuvola copre di tanto in tanto il sole e una leggera brezza rende l’aria un po’ più respirabile. Ma la polvere rimane la costante delle nostre giornate. Insieme all’idea chiara e precisa che non ci si può fermare e che qui c’è bisogno di ogni sforzo, senza alcun risparmio di energia. “Primi ad arrivare, ultimi ad andare via”, recita il motto dei soccorritori. Tra un po’ le telecamere piano piano inizieranno a spegnersi, ma il dramma del popolo haitiano continuerà. C’è bisogno di aiuto e questo gli operatori e i volontari di Croce Rossa lo sanno bene. Come sanno, che l’intervento da queste parti non si concluderà di certo nel giro di qualche mese. Tommaso Della Longa Portavoce del Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana

    

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