Sfatiamo le fake news più diffuse in rete su cuore e rianimazione cardiopolmonare:

falso

1. I VACCINI, IN PARTICOLARE QUELLO COVID, PROVOCANO ARRESTI CARDIACI

vero

Non ci sono evidenze scientifiche secondo cui i vaccini possano provocare arresti cardiaci. Infatti, secondo uno studio di Maria Elena Flacco, monitorando i soggetti che hanno ricevuto una o più dosi di vaccini COVID-19 di un’intera popolazione di una provincia italiana per 14 mesi, non hanno mostrato un aumentato rischio di morte per qualsiasi causa, tra cui l’infarto.1 In un altro studio, Siriwardena ha rilevato che nei soggetti anziani la vaccinazione antinfluenzale offre anche un effetto protettivo contro il rischio di avere un primo infarto negli anni a seguire. I ricercatori sottolineano che tali risultati non sono la prova che il vaccino prevenga l’infarto, ma che aggiungono dati a conferma del fatto che l’infezione influenzale può avere complicanze cardiache gravi in alcuni soggetti e quindi prevenirla con il vaccino può abbassare il rischio.2

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2. TOSSIRE DURANTE UN INFARTO TI SALVA LA VITA

vero

Tossire vigorosamente nel caso di un sospetto infarto miocardico acuto non solo è assolutamente inutile, ma rischia di essere pericoloso. Uno studio condotto da Haider nel 1999 concludeva che la tosse cronica, una manifestazione clinica di infezione polmonare o infiammazione cronica, può essere associata al rischio di infarto miocardico.3

L’infarto miocardico acuto, o attacco cardiaco, è una situazione in cui il cuore soffre perché un’arteria coronaria (una delle arterie che portano il sangue per nutrire il cuore stesso) si è chiusa parzialmente o totalmente, e quindi il cuore riceve meno sangue (e meno ossigeno) del necessario. Mentre nell’ arresto cardiaco, il cuore del paziente ha smesso di battere, per cui bisogna intraprendere le manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare da parte di qualcuno che si trova vicino alla vittima di arresto cardiaco. L’arresto cardiaco può essere causato da un infarto miocardico acuto, ma solo nel 30% circa dei casi.

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3. ESCLUSIVAMENTE I MEDICI POSSONO ESEGUIRE LA RCP

vero

La riabilitazione cardio-polmonare può essere effettuata sia operatori sanitari che da non sanitari a patto che siano adeguatamente formati ed abbiano conseguito la certificazione BLSD attraverso dei corsi rilasciati da enti autorizzati ed accreditati.4 Inoltre, secondo la legge n. 120 del 3 aprile 2001 (e successive modifiche), che disciplina l’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni da parte del personale non sanitario, in caso di emergenza, ogni cittadino con un’adeguata formazione di rianimazione cardiopolmonare attraverso un corso BLSD può prestare soccorso utilizzando questi dispositivi senza commettere reato o compiere un abuso della professione medica.5

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4. LA RCP PUÒ ESSERE ESEGUITA SOLO SUGLI ADULTI

vero

La RCP può essere eseguita su adulti, bambini (da 1 anno alla pubertà) e lattanti (0-12 mesi), con manovre che cambiano a seconda dell’età del soggetto.

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5. DOPO UN ATTACCO DI CUORE, DOVRESTI EVITARE L'ESERCIZIO FISICO

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Numerosi studi hanno evidenziato come l’esercizio fisico sia in grado di ridurre il rischio cardiovascolare, aumentare la probabilità di sopravvivenza dopo un infarto, ridurre il rischio di recidiva di nuovi eventi coronarici e migliorare la qualità di vita. Le linee guida di tutte le società scientifiche europee ed americane hanno quindi inserito l’attività fisica tra i caposaldi della prevenzione secondaria, incoraggiando i pazienti a svolgere tra 30 e 60 min di attività fisica aerobica preferibilmente tutti i giorni mantenendo una frequenza cardiaca tra gli 80 e i 110 battiti al minuto.6 Le attività consigliate sono: le camminate (anche veloci), le passeggiate in bicicletta e il potenziamento muscolare a corpo libero (o con pesi non superiori a 5 chili), mentre sono sconsigliati sin da subito il nuoto, il calcetto, il basket, lo sci ed il tennis.

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6. SALTARE UN PASTO AL GIORNO MANTIENE IL CUORE SANO

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Saltare almeno un pasto durante la giornata non fa bene al cuore. Secondo uno studio di Marie-Pierre St-Onge, ben il 30% degli adulti statunitensi salta la prima colazione e sempre più persone fanno spuntini durante il giorno invece di sedersi a tavola per i tre pasti tradizionali con maggior rischio di dislipidemia, obesità e diabete, aumentando il rischio di patologie cardiovascolari. Pertanto, mangiando coi tempi e la frequenza dei tre pasti può portare ad uno stile di vita più sano, riducendo tutti quei fattori che possono aumentare il rischio cardiovascolare.7

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7. IL DOLORE AL PETTO È L'UNICO SINTOMO DI UN ATTACCO DI CUORE

vero

Il dolore al petto o toracico non è l’unico sintomo dell’attacco cardiaco.  I disturbi (sintomi) causati da un infarto includono:

  • dolore al petto, sensazione di pressione, costrizione o pesantezza al torace
  • dolore alle braccia(in genere il braccio sinistro, ma può colpire anche il destro), alla mandibola-mascella, al collo, alla schiena e all’addome
  • capogiro o vertigini
  • sudorazione
  • respiro corto o affanno
  • malessere (con nausea o vomito)
  • ansia opprimente (simile ad un attacco di panico)
  • tosse o dispnea

Il dolore al petto normalmente è molto forte, ma può essere anche lieve, con la sensazione simile all’indigestione. Può addirittura non essere presente alcun dolore al petto, ciò accade specialmente nelle donne, nelle persone anziane e/o con diabete.

Inoltre, esistono alcune patologie che possono causare un dolore al petto simile, come ad esempio la malattia da reflusso gastro-esofageo, la quale può si dare un dolore retrosternale ma differentemente lo si avverte come una sensazione di bruciore correlato ai pasti piuttosto che un peso o una costrizione come nell’infarto.

In sostanza è l’insieme dei disturbi (sintomi) che aiuta a capire se si tratti effettivamente di un attacco cardiaco.8

  1. Flacco, M.E.; Acuti Martellucci, C.; Soldato, G.; Di Martino, G.; Carota, R.; De Benedictis, M.; Di Marco, G.; Parruti, G.; Di Luzio, R.; Caponetti, A.; et al. COVID-19 Vaccination Did Not Increase the Risk of Potentially Related Serious Adverse Events: 18-Month Cohort Study in an Italian Province. Vaccines 2023, 11, 31. https://doi.org/10.3390/vaccines11010031
  2. Siriwardena AN, Gwini SM, Coupland CA. Influenza vaccination, pneumococcal vaccination and risk of acute myocardial infarction: matched case-control study. CMAJ. 2010 Oct 19;182(15):1617-23. doi: 10.1503/cmaj.091891. Epub 2010 Sep 20. PMID: 20855479; PMCID: PMC2952008.
  3. Haider AW, Larson MG, O’Donnell CJ, Evans JC, Wilson PW, Levy D. The association of chronic cough with the risk of myocardial infarction: the Framingham Heart Study. Am J Med. 1999 Mar;106(3):279-84. doi: 10.1016/s0002-9343(99)00027-3. PMID: 10190375.
  4. Linee Guida ERC per la Rianimazione Cardiopolmonare 2021-2025
  5. la legge n. 120 del 3 aprile 2001 (e successive modifiche)
  6. Documento ANMCO/GICR-IACPR/GISE L’organizzazione dell’assistenza nella fase post-acuta delle sindromi coronariche
  7. St-Onge MP, Ard J, Baskin ML, Chiuve SE, Johnson HM, Kris-Etherton P, Varady K; American Heart Association Obesity Committee of the Council on Lifestyle and Cardiometabolic Health; Council on Cardiovascular Disease in the Young; Council on Clinical Cardiology; and Stroke Council. Meal Timing and Frequency: Implications for Cardiovascular Disease Prevention: A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation. 2017 Feb 28;135(9):e96-e121. doi: 10.1161/CIR.0000000000000476. Epub 2017 Jan 30. PMID: 28137935; PMCID: PMC8532518.
  8. ISSalute.it – infarto del miocardio
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