Grecia, nel Relocation Camp di Diavatà anche un medico di Croce Rossa Italiana

Di Alessandra Filograno – “Save Aleppo”. E’ scritto un po’ ovunque nel campo di Diavatà in Grecia. Su un muro, sulla tenda dove si distribuiscono i viveri. Ci sono circa 2000 persone, uomini, donne bambini. La maggior parte sono siriani, altri provengono da Afghanistan, Iraq, Iran.  Marzio Napolitano, giovane medico specializzando che vive a Roma, è stato inviato in questo Relocation Camp per 12 giorni da Croce Rossa Italiana per supportare la Croce Rossa Ellenica. In precedenza con un’altra organizzazione era stato in Cameroon per un tirocinio medico chiururgico. “I profughi cercano la Croce Rossa nel campo” ci dice. “Diavatà è una sorta di limbo per molte persone che fuggono da zone di guerra e di violenza”.

Migranti: naufragi, attivo servizio informazioni della Croce Rossa per le famiglie

A seguito degli ultimi naufragi avvenuti nei giorni scorsi al largo delle coste libiche, la Croce Rossa Italiana ricorda il servizio RFL (restoring family links) attivo per tutte le famiglie che hanno perso i contatti con i propri cari e che temono possano essere rimasti vittime in uno dei due incidenti. Tale servizio è attivo in 190 paesi e gli indirizzi si trovano sul sito dedicato del Comitato Internazionale di Croce Rossa.

Giornata Mondiale del Rifugiato; Rocca (CRI): “Indegno che si muoia per esercitare diritto alla protezione umanitaria. Aggredire le cause globali di iniquità è urgente e fondamentale”

“Nella Giornata mondiale del rifugiato la Croce Rossa Italiana, insieme alla Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, rilancia il suo appello per la protezione dei migranti in ogni fase del loro viaggio e contro l’indifferenza davanti alle migliaia di morti in mare. Solo nei primi sei mesi di quest’anno circa 3000 persone sono morte nel Mediterraneo: c’è bisogno di passaggi legali sicuri per chi scappa dalla guerra e dalla fame. Lo spaventoso e crescente numero di morti è legato all’indifferenza generale davanti alla tragedia dei migranti e soprattutto davanti alle cause che portano migliaia di persone a rischiare la vita solo per avere un posto sicuro dove stare”.
 

Migrare era l’ultima speranza di Sajidah e papà Abdulhakim. Ora il loro futuro ha un colore diverso, anche grazie a Croce Rossa

C’è un video, ormai diventato virale, che racconta di un viaggio verso la speranza. Racconta l’ultimo, estremo tentativo di un papà di salvare la vita alla sua bambina. È stato fatto con un telefonino dagli amici che hanno scortato Sajidah e il suo papà Abdulhakim dalle coste libiche fino alle navi della Guardia Costiera italiana che li hanno portati in Italia a fine giugno. È una storia di speranza e di tenacia. E c’è anche un pezzetto di Croce Rossa in questa vicenda che racconta ancora una volta di migrazione.