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Benvenuti a nord est, frontiera d’Europa che parla pashtu e urdu

di Laura Bastianetto – Possono essere due le reazioni alla paura: nascondersi o scappare. Da un terremoto e da una guerra si scappa più o meno per la stessa ragione: evitare di morire sotto le “macerie”, con una differenza. Di fronte alle prime si resta inermi, ma le seconde dovrebbero essere fermate. Qui, tra le montagne col chino bianco, residuo della scarsa neve fioccata durante l’inverno, a distanza di 40 anni convivono entrambe le categorie di persone che sono fuggite.

Dal Sudan all’Italia, ma a distanza di 10 anni: Mohamed e Ismail si sono ritrovati grazie alla Croce Rossa

Sono più di 1850 i migranti sbarcati in queste ore in Sicilia. A Lampedusa, all’alba di oggi, in due sbarchi si sono contate 375 persone. In mattinata, a Trapani hanno toccato terra in 740, mentre a Augusta sono stati 739. In ogni porto i Comitati locali della Croce Rossa hanno allestito i punti di accoglienza in collaborazione con le autorità locali e la Protezione Civile: nei gazebo e nelle tende i migranti sono stati accolti e visitati. Sono stati distribuiti i kit (hygiene e relief) messi a disposizione grazie all’Emergency Appeal della FICR e assicurati i trasporti in ambulanza per i casi sanitari. A Taranto intanto, grazie alla grande rete di Croce Rossa, due fratelli sudanesi, Mohammed e Ismail, si sono ritrovati.