Il 29 e 30 aprile, su iniziativa del Governo austriaco, si è tenuta a Vienna una Conferenza dedicata al tema dei sistemi d’arma autonomi dal titolo “Humanity at the Crossroads: Autonomous Weapons Systems and the Challenge of Regulation“, che ha visto un totale di circa 900 partecipanti, tra rappresentanti di oltre 140 Stati e della società civile.
Lo sviluppo e l’utilizzo di tali sistemi, chiamati anche AWS (autonomous weapons systems), ovvero sistemi d’arma che selezionano i bersagli e applicano forza contro di essi senza intervento umano, in contesti di conflitto armato, sollevano diverse preoccupazioni da un punto di vista umanitario, giuridico, di sicurezza, tecnologico ed etico, incentrate in particolare sulla perdita di controllo umano rispetto all’uso della forza.
Da quasi 10 anni, un Gruppo di Lavoro di Esperti Governativi sui sistemi d’arma letali autonomi (GGE LAWS), istituito nel quadro della Convenzione su certe armi convenzionali (CCW), si confronta per esaminare e formulare elementi per l’adozione di un potenziale strumento volto a regolamentare queste tecnologie emergenti. Più recentemente, alla fine del 2023, l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la prima risoluzione (A/RES/78/241) sugli AWS, in cui 164 Stati (tra cui l’Italia) hanno sottolineato l’urgente necessità per la comunità internazionale di affrontare le sfide e le preoccupazioni sollevate da questi sistemi d’arma autonomi, chiedendo in particolare al Segretario Generale dell’ONU di acquisire (entro il 25 maggio p.v.) il parere degli Stati, della società civile e della comunità scientifica e dell’industria in tal senso.
Fin dal 2015, il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Movimento Internazionale) invita gli Stati a stabilire con urgenza limiti concordati a livello internazionale per lo sviluppo e l’utilizzo degli AWSstrettamente legati al processo di funzionamento di tali sistemi e in particolare alla perdita di controllo e giudizio umano rispetto all’uso della forza. Tale perdita di controllo solleva infatti questioni di fondamentale importanza in merito al rispetto del diritto internazionale umanitario (DIU) e alla protezione dei civili, nonché preoccupazioni etiche fondamentali per l’umanità derivanti dal delegare decisioni di vita e di morte a delle macchine.
Per queste ragioni, il Movimento Internazionale raccomanda agli Stati di adottare nuove norme giuridicamente vincolanti sulla base di un approccio costruito su due livelli di intervento (c.d. “two-tier approach“): da una parte, la proibizione di quei sistemi definiti “imprevedibili”, i cui effetti non possono cioè essere sufficientemente compresi o previsti, nonché dei sistemi progettati o utilizzati per colpire esseri umani; dall’altra, la regolamentazione di quegli AWS il cui uso non sarebbe proibito, attraverso l’imposizione di una serie di limiti per il loro impiego.
Sulla scia della suddetta risoluzione ONU, il Governo austriaco ha deciso di indire la Conferenza dello scorso 29-30 aprile proprio per spingere la comunità internazionale ad affrontare quanto prima le importanti sfide sollevate dagli AWS. Nei diversi panel di esperti che si sono susseguiti durante la Conferenza, infatti, in molti, creando un parallelismo con lo sviluppo delle armi nucleari nel secolo scorso, hanno parlato di un “Oppenheimer moment“ di questo secolo, riferendosi all’urgente necessità di regolamentare lo sviluppo e l’impiego dei sistemi d’arma autonomi prima che sia troppo tardi per l’umanità.
Nel quadro delle sue attività di advocacy umanitaria, la Croce Rossa Italiana (CRI) ha incoraggiato il Governo italiano a partecipare attivamente alla Conferenza di Vienna, alla quale ha essa stessa preso parte insieme ai rappresentanti di altre Società Nazionali e del Comitato Internazionale della Croce Rossa. La CRI ha anche esortato il Ministero degli Affari Esteri italiano ad inviare al Segretario Generale ONU le proprie considerazioni rispetto alle importanti preoccupazioni sollevate dagli AWS e alla necessità di addivenire al più presto alla loro regolamentazione, contribuendo così a far progredire il dibattito internazionale sul tema.