LA STORIA

Ci troviamo tra le montagne dello Stato americano del Vermont, è il 1935, un paio di anni dopo la fine del proibizionismo, e Bill Wilson, dopo l’ennesima ricaduta e ricovero in ospedale per abuso di alcol, decide di voltare pagina e di affrontare una volta per tutte il problema della sua dipendenza. Si incontra con il dottor Bob Smith, un altro alcolista e chirurgo dell’Ohio, per definire un percorso di recupero innovativo individuale per sconfiggere la dipendenza da alcol. Da tale incontro sarebbe nata l’associazione mondiale “Alcolisti Anonimi”, diffusa in tutto il mondo, che utilizza il cosiddetto “programma dei dodici passi” per contrastare le diverse forme di recupero da dipendenza, compulsione o altri problemi comportamentali.

L'ATTUALITÀ

Sono proprio gli stessi “12 passi”, concepiti dalla coppia Wilson-Smith, che vengono utilizzati dalla Croce Rossa Georgiana nella capitale Tbilisi e in altre 6 regioni della Georgia, nel progetto di contrasto alle dipendenze attualmente supportato dalla Croce Rossa Italiana. Un metodo quello dei 12 passi senza tempo e universale, utilizzabile per affrontare non solo l’alcolismo ma le diverse forme di abuso di sostanze e dipendenze patologiche. Un programma tarato a livello individuale che porta la persona a riconoscere l’origine della dipendenza e ad affrontarla in maniera graduale e autonoma, facendola uscire dall’isolamento, non da sola, ma grazie al supporto e al dialogo con gli altri. Inspirandosi a questo e altri metodi assodati e comprovati scientificamente che i volontari della Croce Rossa georgiana, nel centro di Tbilisi e in altre città della Georgia, organizzano quotidianamente consulenze psicologiche individuali e di gruppo, colloqui motivazionali, terapie cognitivo comportamentali e tante altre attività. Azioni giornaliere che vengono realizzate e coordinate grazie all’impegno e alla dedizione del personale di Croce Rossa, attento sia a seguire passo dopo passo i percorsi terapeutici delle centinaia di tossico-dipendenti sia a promuovere il processo di reintegrazione dei beneficiari nelle proprie comunità locali.  Un intervento a 360° che parte dall’individuo per coinvolgere gradualmente tutte le persone a lui intorno, partendo dalla famiglia, passando dagli amici e colleghi fino ad arrivare alla società tutta.

Un lavoro quello della Croce Rossa Georgiana che non mira solo a fornire servizi socio-sanitari ma a prevenire possibili conseguenze sociali e di salute pubblica causate dalle dipendenze, quali l’AIDS. Come anche indicato dall’analisi dell’AIDS Center, il principale centro di ricerca georgiano sull’AIDS e sull’immunologia clinica, in Georgia i dati sulla diffusione dell’HiV sono preoccupanti, solamente dall’inizio dell’anno fino al maggio scorso, si sono registrati 10.000 casi nel paese, di cui il 75% circa uomini e 25% donne.  Contagi che sono causati in maggior parte da infezioni per uso di droghe per via intravenosa, per i quali gli attuali programmi di sensibilizzazione e prevenzione riescono solo marginalmente a contrastare. Questo è anche in parte dovuto allo stigma sociale che colpisce chi fa uso droghe, marginalizzandolo e discriminandolo, diminuendo così di conseguenza le possibilità di interventi efficaci da parte delle istituzioni sanitarie e sociali.

Nei centri contro le dipendenze della Croce Rossa georgiana, sostenuti dalla CRI a livello finanziario e tecnico, per mezzo dell’aiuto degli esperti della agenza Nazionale di Croce Rossa Italiana per le dipendenze patologiche, la Fondazione Villa Maraini, si cerca, con l’attuazione di programmi di sensibilizzazione, proprio di ridurre stigma e tabù di chi fa uso di droghe e si informa la popolazione sui rischi che si possono correre quali l’infezione di malattie infettive.

L’approccio utilizzato della Croce Rossa in Georgia, incentrato sull’ informare e prevenire, è racchiuso bene anche nel pensiero Nelson Mandela sull’HiV, il quale affermava:<<Diamo pubblicità all’HIV e all’AIDS per non nasconderlo, perché l’unico modo per farla apparire come una malattia normale come la tubercolosi, come il cancro, è sempre quello di portarla allo scoperto e dire che qualcuno è morto a causa del virus dell’HIV e dell’AIDS>>.

Includere e non discriminare, rendere visibile e non oscurare, che sia una dipendenza o una malattia, c’è una linea rossa che collega tale messaggio con le origini dei 12 passi di Wilson and Smith e l’azione della Croce Rossa. Su tali principi, la CRI, in collaborazione con la consorella georgiana, continuerà a rispondere ai bisogni di tanti che necessitano di aiuto dando loro la possibilità di credere che un nuovo futuro sia sempre possibile.

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