Aveva seguito suo marito, il Generale Alberto Dalla Chiesa, a Palermo, nella sua sfida alla mafia. Si erano sposati da appena 54 giorni quando, quel 3 settembre del 1982, la loro vita si concluse. Lei, Emanuela Setti Carraro, era andata a prendere suo marito in Prefettura. Erano insieme in macchina quando, a via Carini, si consumò una delle più tristi pagine della lotta alla malavita organizzata. Una motocicletta di avvicinò alla loro auto, un sicario rivolse alcune raffiche di kalashnikov contro la vettura, uccidendo sia la coppia che un agente della scorta.
La ricostruzione di quel terribile attentato, fece emergere un particolare: l’assassino, subito dopo aver sferrato il suo attacco armato, girò attorno alla loro auto e sparò un colpo di grazia alla testa di Emanuela. Probabilmente la donna aveva ricevuto dal marito alcune confidenze e, per questo, la mafia la temeva. Sapeva troppo.
Sono trascorsi 40 anni da quel terribile giorno che segnò per sempre la nostra storia. Croce Rossa Italiana vuole ricordare la morte di Emanuela Setti Carraro, moglie del generale Dalla Chiesa ma anche una Sorella.
Seguendo le orme di sua madre, Maria Antonietta Carraro, Ispettrice delle Infermiere Volontarie di Milano durante la Seconda Guerra Mondiale, anche Emanuela aveva scelto di diventare infermiera, per poi arruolarsi come Volontaria nella Croce Rossa Italiana.
In occasione del XX anniversario dalla morte, la CRI conferì a Sorella Emanuela la medaglia d’oro al merito.
“Emanuela Setti Carraro – spiega Sorella Emilia Bruna Scarcella, Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana – aveva fatto suoi i valori principali del Corpo. Ama, conforta, lavora, salva. Questo l’aveva spinta a stare vicina a suo marito in quella difficile sfida. Questi sono gli stessi valori che da sempre, e ancora oggi, spingono tutti i Volontari della Croce Rossa Italiana ad impegnarsi davanti a tutte le crisi e le difficoltà, accettando sfide spesso durissime davanti alle quali è importante non indietreggiare mai ma dimostrare impegno, costanza, vigore, coraggio”.
“Emanuela non ha mai indietreggiato. È rimasta accanto a suo marito in ogni momento – prosegue l’Ispettrice Nazionale Sorella Scarcella – confermando un grande spirito di sacrificio ed elevando, così, gli ideali per i quali aveva vissuto. Quelli di una Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana, quelli di una donna, di una moglie, di una Sorella”.