Medicine e attrezzature sanitarie, la CRI in sostegno dei volontari palestinesi in prima linea nelle aree di conflitto
Oltre alle conseguenze devastanti della pandemia di Covid-19, il 2021 si conferma essere un anno particolarmente drammatico anche per la ripresa delle ostilità in Palestina, provocando un forte deterioramento della crisi umanitaria in corso, toccando livelli di vulnerabilità non più raggiunti da decenni.
Tensioni ed episodi di violenza si sono verificati durante il mese di Ramadan intorno al 10 maggio. In un primo momento si sono concentrate a Gerusalemme Est, e poi si sono estese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, ove l’escalation ha assunto una dimensione più conflittuale, con una campagna militare di bombardamenti durata 11 giorni. Le ostilità hanno riguardato anche le città israeliane, particolarmente quelle a popolazione mista, ove si sono verificati scontri tra civili e con le forze di sicurezza.
In un contesto umanitario già messo a dura prova dal Coronavirus e dall’occupazione, la crisi ha avuto ripercussioni particolarmente acute nella Striscia di Gaza, dove i bombardamenti hanno provocato la morte di 242 persone, inclusi 66 bambini, e circa 2000 feriti. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), i bombardamenti hanno provocato lo sfollamento di circa 77.000 persone, mentre danni ingenti alle infrastrutture elettriche ed idrico-sanitarie hanno ulteriormente contribuito a degradare le condizioni di vita della popolazione palestinese. La distruzione dell’unico centro di monitoraggio anti-Covid, lascia inoltre la Striscia di Gaza maggiormente esposta ad una più incisiva diffusione della pandemia covid-19, creando problematiche di accesso alla salute e ai servizi sanitari di base per la popolazione più vulnerabile.
Dato il suo mandato di organizzazione di pubblica utilità e come componete del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, la Palestine Red Crescent Society (PRCS) è stata chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nella risposta umanitaria. Grazie alla presenza capillare dei suoi volontari sul territorio, PRCS ha provveduto ad offrire servizi sanitari di emergenza ai feriti e ad ospitare parte della popolazione sfollata nelle proprie strutture ospedaliere. Complici anche le perdite materiali dirette dovute a danni collaterali, le dimensioni della crisi e l’incremento esponenziale dei bisogni hanno tuttavia messo a dura prova le risorse della Mezzaluna Rossa, che si è trovata in breve tempo a fronteggiare una carenza di attrezzatura medico sanitaria e risorse logistiche.
In tale contesto, PRCS ha emesso un Emergency Appeal con il quale richiede supporto finanziario ai partner internazionali e agli altri componenti del Movimento. Croce Rossa Italiana, da tempo impegnata con personale e varie attività progettuale nei territori palestinesi a fianco di PRCS, ha deciso di rispondere all’appello della consorella palestinese. Questo supporto andrà a sostenere l’acquisto di medicinali e presidi medico sanitari indispensabili alle attività soccorso, nonché a fornire sostegno alle pressanti necessità della riabilitazione post-conflitto.