Una conferenza stampa virtuale della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha fatto il punto sui bisogni e sulle priorità
“La sofferenza quotidiana dei siriani è la peggiore da sempre. Dopo 10 anni di conflitto la situazione umanitaria è al collasso”. Questo è il messaggio lanciato dal Presidente CRI-IFRC, Francesco Rocca e da altri rappresentati della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, nel corso di una conferenza stampa virtuale della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per fare il punto sui bisogni e sulle priorità del Paese.
“Mentre la Siria entra nel secondo decennio di una crisi implacabile – racconta Khaled Hboubati, Presidente della Mezzaluna Rossa araba siriana – assistiamo a continue ostilità, a un’economia al collasso, al fenomeno dei rifugiati che ha coinvolto tutto il mondo e alla pandemia di COVID-19 in atto. Tutto ciò ha costretto il popolo siriano a condizioni estreme e inaccettabili. Da un decennio ormai, le persone in Siria vivono in agonia. Mentre parliamo, più di 13 milioni di persone hanno bisogno di almeno un tipo di assistenza e circa 8 milioni di persone non sono in grado di soddisfare i loro bisogni primari”.
Con il prezzo dei generi di prima necessità più che raddoppiato solo nell’ultimo anno, l’insicurezza alimentare è peggiorata. Circa 12,4 milioni di persone – ossia il 60% dei siriani – non hanno la possibilità di procurarsi regolarmente cibo e si stima che oltre il 90% della popolazione viva sotto la soglia di povertà.
“Gli immensi bisogni umanitari sono stati esacerbati dalla pandemia di COVID-19 – ha proseguito Francesco Rocca – perché per la maggior parte della popolazione siriana preoccuparsi del virus è un lusso e si trova perciò nella condizione di non proteggersi né proteggere. Non possono isolarsi a casa, altrimenti non ci sarebbe cibo in tavola, e in caso di contagio il sistema sanitario è stato colpito così duramente che l’accesso alle cure è limitato. La Mezzaluna Rossa araba siriana ha risposto ai bisogni delle persone in Siria sin dai primi giorni del conflitto. Con il sostegno dell’ICRC, dell’IFRC e di numerose Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in tutto il mondo, i volontari siriani stanno fornendo oltre il 60% degli aiuti in tutto il Paese. Senza di loro questa catastrofe umanitaria sarebbe stata molto peggiore. Dall’inizio del conflitto, 65 volontari della Mezzaluna Rossa araba siriana e otto volontari del ramo della Mezzaluna Rossa palestinese in Siria hanno perso la vita durante il loro dovere”.
Nei paesi limitrofi di Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia, dove si stima che 5,3 milioni di siriani abbiano trovato rifugio, il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa svolge anche un ruolo essenziale nel sostenere i rifugiati vulnerabili e le comunità locali.
“Ora più che mai – ha concluso Rocca – i siriani hanno bisogno della nostra solidarietà e del nostro sostegno. Negli ultimi dieci anni c’è stata un’enorme generosità e solidarietà. Purtroppo, oggi, vediamo che le donazioni stanno diminuendo nonostante l’aggravarsi della situazione umanitaria. Abbiamo il dovere morale di sostenere la Mezzaluna Rossa araba siriana. Senza il suo incessante lavoro, milioni di persone soffrirebbero la fame ogni mese”.