La riconoscenza è un valore che si rinnova con gesti concreti e segni di reciproca stima.
Come avviene ormai da anni il Corpo Militare della Croce Rossa è onorato dell’amicizia che la Repubblica della Corea manifesta con la visita della propria Rappresentanza diplomatica.

Il giorno 21 gennaio 2021 il Ten. Col.  Beungche JUNG, Addetto Militare dell’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia, accompagnato dal Cap. Hojun KWON e dalla funzionaria dell’Ambasciata, dottoressa Silvia GENTILI, ha fatto visita all’Ispettorato Nazionale del Corpo Militare.

Gli illustri ospiti sono stati ricevuti dall’Ispettore Nazionale Magg. Gen. Gabriele LUPINI, unitamente ad Ufficiali presenti in Comando. Una nota di particolare garbo e colore è stata resa dalla consorte del Magg. Jungsub KWAK la quale ha preso parte all’incontro con l’abito proprio nazionale. Segno di eleganza e tradizione che hanno reso ai presenti il forte senso di identità nazionale e cultura della popolazione coreana.

E’ stata l’occasione per ricordare il sodalizio che lega la Croce Rossa Italiana ed in particolare il Corpo Militare al popolo della Corea.   

L’amicizia tra la Corea ed il nostro Paese risale infatti agli anni cinquanta allorché la pace internazionale fu minata da una guerra che coinvolse nella penisola coreana le Forze delle Nazioni Unite da una parte e quelle nord-coreane e cinesi dall’altra.

Era il 1951 e fu la prima missione internazionale di una unità militare italiana in età repubblicana. In un clima di terrore e di forti tensioni internazionali oltre che locali, l’Italia inviò su mandato della Croce Rossa Internazionale e del governo nazionale, gli uomini del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana  che rispondevano appieno a quei principi di professionalità e di carità tra le armi che da sempre li caratterizzano.
La formazione di sanità militare diede luogo alla costruzione e gestione per un quadriennio dell’Ospedale “68” con avvicendamento di Uomini altamente specializzati. L’attività umanitaria, secondo lo spirito proprio del Movimento internazionale della Croce Rossa fu immediatamente apprezzato anche dalla popolazione civile.

I “soldati con il bracciale di neutralità” hanno saputo imprimere sentimenti di stima e profonda riconoscenza. Non spiccarono i nomi dei singoli, ma l’unità di intenti che ancora oggi – ad oltre settant’anni di distanza – viene riconosciuto con un atto tangibile.

L’emergenza COVID-19 che, come i drammi dei conflitti armati crea, accomuna oggi molti Paesi ha visto il graditissimo omaggio di una fornitura di diecimila mascherine a nome del Ministero degli Affari per i Veterani della Repubblica di Corea.

Ancora una volta, un segno di riconoscenza e nobile amicizia fra popoli che accomunati dalle infauste scelte della Storia, si riscoprono “tutti Fratelli!”” 

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