Progetto ‘Care’, la Croce Rossa Italiana protagonista con la scheda sanitaria digitale
Gestione della salute all’interno dei centri per migranti, coinvolgimento di team multidisciplinari, sperimentazione di una scheda sanitaria elettronica portatile, formazione sulla multiculturalità, elaborazione e sperimentazione di un protocollo olistico per la determinazione dell’età anagrafica dei minori, la realizzazione di una piattaforma per la sorveglianza sindromica e una campagna di comunicazione per sfatare i falsi miti e i pregiudizi sul binomio patologia-migrante: sono questi in estrema sintesi i risultati raggiunti dal progetto ‘Care’ (Common Approach for refugees and other migrant’s healt) presentati il 14 Marzo a Roma presso l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). Avviato nell’aprile 2016, il progetto ha coinvolto l’Italia e altri paesi a forte pressione migratoria come Grecia, Malta, Croazia e Slovenia. Nel nostro Paese, il Ministero della Salute, Croce Rossa Italiana, Inmp, ISS, Ospedale Bambino Gesù. ‘Care’ ha promosso e consolidato un approccio alla presa in carico della salute dei migranti che coinvolge non solo l’aspetto clinico- medico, ma anche la continuità assistenziale e la tracciabilità degli interventi.
“La scheda sanitaria digitale portatile – afferma Ulrico Angeloni, Responsabile Sanità CRI – è un prodotto della Croce Rossa Italiana ed è il nostro contributo al progetto: sia il software che la scheda Usb sono il risultato di un percorso che ha messo insieme competenze mediche e competenze tecnologiche. Una progettazione che ha una radice culturale e sociale e che sposa in pieno i principi che sono alla base della nostra organizzazione, ovvero offrire ausilio alle persone in difficoltà e dare alle stesse strumenti utili alla loro tutela. La scheda sanitaria digitale portatile che abbiamo presentato non è solo la prova che è possibile prendere in carico il migrante sin dal suo sbarco da un punto di vista sanitario, ma anche che è possibile garantire a lui quella continuità assistenziale di cui avrà bisogno nel procedere della sua migrazione”. La scheda raccoglie tutti i dati sulla salute della persona migrante e permette a qualsiasi medico, nel caso di una seconda visita in una qualunque altra parte del mondo, di non dover ricominciare sempre da capo. Gli hotspot di Lampedusa e Trapani, ma anche di Leros e Kos in Grecia, hanno aiutato nell’avvio di questa proficua sperimentazione, ponendo le basi di procedure, protocolli e buone prassi per un futuro lavoro condiviso.